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Genova, incendio in ospedale: muore un paziente, ustionata sua congiunta

La tragedia al padiglione Dimi del reparto di Oncologia del San Martino. Le fiamme potrebbero essere state scatenata da una sigaretta. La vittima avrebbe avuto un’aspettativa di vita molto ridotta.
A cura di B. C.
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UPDATE – L'incendio potrebbe essere stato provocato deliberatamente – Secondo quanto appreso, la vittima soffriva di un tumore all'esofago allo stadio terminale e, secondo fonti interne all'ospedale, avrebbe avuto un'aspettativa di vita molto ridotta. Non è escluso quindi che l'incendio che l'ha ucciso possa esser stato deliberatamente provocato.

Tragedia nella notte all’ospedale San Martino di Genova. Un incendio è divampato in una stanza di oncologia al DiMi, il Dipartimento di Medicina interna, causando la morte di un paziente, un uomo di 60 anni, di Moneglia, gravemente malato. La notizia è riportata da Il Secolo XIX che sottolinea come le fiamme siano state provocate forse proprio dalla vittima "per una sigaretta accesa nonostante il divieto". Ci sarebbe anche un ferito: una donna che assisteva la vittima durante la notte e che ha subito ustioni sul 15% del corpo, oltre a 25 degenti trasferiti in un altro reparto del nosocomio.

Come detto, tra le cause che hanno innescato l'incendio nel padiglione Dimi, non si esclude che qualcuno abbia acceso una sigaretta vicino alle bombole di ossigeno, ma la dinamica è ancora tutta da chiarire. Ma secondo la direzione sanitaria il rogo "non dovrebbe dipendere dal malfunzionamento dei macchinari o del circuito elettrico dell'ospedale". I vertici dell'ospedale hanno poi celebrato il gesto "coraggioso e professionale" dell'infermiera che ha chiuso la porta della stanza dove è divampato l'incendio, evitando "che il bilancio di questo gravissimo incidente fosse peggiore".

L'infermiera, da parte sua, spiega di aver semplicemente seguito le procedure: "La signora mi correva incontro, era avvolta dalle fiamme e la sedia le si era fusa addosso. Urlava, faceva paura. Assieme a una collega ho spento le fiamme che l'avvolgevano con una coperta poi sono andata nella stanza che era invasa dal fumo. Quello che ho visto era terribile, ma sapevo di dover chiudere la porta e creare una barriera per il fuoco. Ho seguito le procedure".

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