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Genitori scelgono parto in casa nonostante parere dei medici: la bimba ha gravi danni, pm chiede condanna

La pm Alessandra Liverani è certa: le lesioni colpose gravissime, “insanabili”, riportate da una piccola nata nel settembre 2017 con un parto podalico avvenuto in casa a Trento, “sono legate al comportamento dei genitori e delle due ostetriche”.
A cura di Biagio Chiariello
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Immagine di repertorio
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I genitori avevano scelto il parto in casa per far nascere la loro figlia andando contro al parere dei medici. La piccola aveva subìto un'asfissia neonatale e dei danni permanenti e per questo la mamma e il papà rischiano la condanna, assieme alle due ostetriche che erano presenti al momento del travaglio.

La pm Alessandra Liverani è infatti convinta che le lesioni colpose gravissime, "insanabili", riportate dalla bimba nata nel settembre 2017 con un parto podalico avvenuto in casa a Trento, "sono legate al comportamento dei genitori e delle due ostetriche". Di qui la richiesta di condanna davanti al giudice Greta Mancini: rispettivamente a tre mesi per ciascun genitore, a sei e nove mesi di reclusione invece per le due professioniste. A una delle due è stato contestato anche il reato di falso in atto pubblico: sempre secondo le accuse avrebbe modificato la cartella ostetrica, con l'obiettivo di attenuare la sua posizione e quella della collega posticipando le fasi salienti del parto.

La parte civile ha chiesto un milione di euro, in attesa che vengano quantificati i danni della giovane, che oggi ha 7 anni.

Generalmente, quando un bambino si trova in posizione podalica la prassi medica prevede di intervenire con un parto cesareo: il rischia è che il piccolo subisca lesioni o addirittura perda la vita.

Mamma e papà, secondo la Procura, "erano a conoscenza della posizione podalica della bimba, consapevoli che questo potesse comportare eventi avversi con gravi conseguenze, e infatti i medici del Santa Chiara avevano detto loro di andare in ospedale al travaglio per il parto cesareo".

E avevano comunque "la possibilità di impedire l’evento" andando in ospedale, "anche in un punto avanzato del travaglio (durato dieci ore ndr)". Così "non si sarebbero verificati i gravi danni che persisteranno sempre" per la bimba, le parole della pm nella su articolata requisitoria.

Nei confronti delle due ostetriche c'è l'accusa di non aver compreso la gravità della situazione e chiesto per tempo il trasferimento della donna all’ospedale Santa Chiara. La telefonata al 112 c’era stata sì, ma "a distanza di 15 minuti dal parto avvenuto". Un tempo che per la pm Alessandra Liverani hanno cagionato le gravi lesioni.

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