Gemelline scomparse: Irina Lucidi ringrazia i volontari di Cerignola
Vorrei ringraziare la redazione di Chi l'ha visto, la polizia e tutti i volontari di Cerignola, che sono riusciti a trovare il microchip, un pezzo importante di questo puzzle, che non si riesce ancora a completare. Spero che ci darà indicazioni sul tragitto compiuto da Matthias.
A parlare è Irina Lucidi, mamma di Alessia e Livia, la quale, durante il collegamento con la trasmissione di Raitre, ha pensato di rivolgere un ringraziamento a tutti coloro che strenuamente continuano a cercare le sue bambine. Chi l'ha visto ha contribuito dal primo giorno a raccogliere le testimonianze di quanti hanno visto, o creduto di aver visto, Matthias insieme alle due figliolette. Come ha riferito anche il Capo della Squadra Mobile di Foggia, Alfredo Fabbrocini, ogni segnalazione deve essere passata al vaglio degli inquirenti, perché ogni minima traccia va analizzata a fondo. Verso questa strada si è mossa la redazione capitanata da Federica Sciarelli e, tra le ultime testimonianze, resta ancora da collocare quella di una donna di Sanremo, che ha riferito di una discussione tra due uomini, durante la quale si era fatta menzione di un Professore che avrebbe preparato documenti falsi per le gemelline.
Tra ipotesi, avvistamenti e segnalazioni, bisogna registrare due importanti novità nelle indagini: è stato trovato il microchip del navigatore satellitare ed anche il transistor del registratore di Matthias Schepp, due rinvenimenti grazie ai quali potrebbe essere dipanato il velo di mistero che avvolge la scomparsa di Alessia e Livia. Con il primo, se è ancora intatta la memoria, si potranno ricostruire le tappe del folle viaggio di Mattthias, mentre, se dovesse essere recuperata anche la cassetta del registratore, forse si potranno ascoltare le ultime parole di Schepp sulla sorte che ha imposto alle due bambine.
Dal 30 gennaio, giorno della scomparsa di Alessia e Livia, Irina non ha mai perso la speranza: sebbene si sia dimostrata in ogni sua dichiarazione realista e obiettiva, sebbene siano trascorsi 43 giorni durante i quali nessuna pista è stata considerata certa, continua a lottare sollecitando le ricerche e le indagini, sostenuta dalla solidarietà di tutti noi, perché tutti noi speriamo che possa riabbracciare presto le sue bambine.