Gemelline scomparse: il registratore trovato a Cerignola non è di Matthias Schepp
Le certezze riguardano più la fine che l'inizio del folle viaggio di Matthias Schepp: l'uomo, che da Saint Sulpice ha portato via con sé le due figlie costringendole a chissà quale destino, si è suicidato il 3 febbraio scorso alla stazione di Cerignola, lanciandosi sui binari mentre li attraversava, intorno alle 23, l'Eurostar Milano-Bari. Ed è proprio la stazione di Cerignola il luogo da cui sono partite e proseguite le indagini.
Prima è stato trovato il microchip del navigatore satellitare, grazie al quale si è sperato di ricostruire le tappe del suo diabolico viaggio. E' stato spedito alla Garmin, che ha sede negli Stati Uniti, nel tentativo di recuperare qualche indizio utile alla ulteriore ricostruzione della vicenda, ma per il momento sembra che non ci siano risvolti in merito. Oltre al microchip, giorni fa è stato recuperato a Cerignola il transistor del registratore di Matthias Schepp, o meglio quello che sembrava potesse appartenere a lui, una sorta di dittafono che portava sempre con sé. Nei giorni a seguire il ritrovamento, si è scavato meticolosamente sui binari della stazione al fine di trovare anche il nastro sul quale l'uomo avrebbe potuto lasciare un messaggio riguardante Alessia e Livia.
Purtroppo le speranze sono state spazzate via dall'esame che l'Olimpus, l'azienda costruttrice, ha effettuato sui pezzi del transistor. I tecnici hanno, infatti, stabilito che quello utilizzato da Matthias è un modello piuttosto vecchio, fuori produzione, diverso dall'altro rinvenuto giorni fa a Cerignola, che è invece un modello più recente.
Bisogna ripartire da zero, cercare di recuperare quanto possa essere utile alla risoluzione del caso, che continua a stringere in una morsa di commozione e turbamento l'intera opinione pubblica.