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Gemelline Schepp, l’ultimo appello prima che venga chiuso il caso: “Chi sa parli”

Matthias Schepp, 43 anni, padre delle gemelline Livia e Alessia le sottrasse alla ex moglie nel febbraio 2011. Dopo tre giorni si gettò sotto un treno a Cerignola (Foggia). Da allora delle piccole non si hanno notizie. Il tribunale di Losanna ha ora invitato chiunque avesse notizie a parlare prima che venga dichiarata la morte presunta.
A cura di Angela Marino
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Dopo 6 anni dalla loro scomparsa, il tribunale di Losanna ha pubblicato un avviso ufficiale in cui chiede di farsi avanti a chiunque sapesse qualcosa sulla sorte delle gemelline Schepp, scomparsi sei ann ifa, o sarà dichiarata la morte presunta. Le bambine, al centro di una separazione difficile, furono portate via dal padre, l'ingegnere svizzero, Matthias Schepp, nel febbraio 2011 e da allora non si sono avute più loro notizie.

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Poco prima di gettarsi sotto un treno nella stazione di Cerignola (Foggia), l'informatico scrisse una lettera alla sua ex moglie Irina Lucidi, nella quale diceva che le bambine non avevano ‘sofferto' e che riposavano in pace. Da allora le piccole sono state cercate senza sosta. L'ipotesi, da lui stesso suggerita nella missiva, che fossero state uccise dal padre, sembra tuttora la più probabile, tuttavia nel corso delle indagini si è affacciata un'altra pista: quella dell'affidamento delle bimbe ad altre persone, con documenti falsi.

L'ultimo viaggio delle gemelline

Le piccole furono prelevate dal padre per l'ultimo weekend di gennaio, ecco le tappe del viaggio che si concluse con la scomparsa delle piccole e e la morte di Schepp.

  • Saint Sulpice (Svizzera)

Matthias Schepp, 44 anni, prende le piccole per il fine settimana dal 29 e 30 gennaio dalla casa in cui vivono con mamma Irina a Saint Sulpice, comune svizzero del Canton Vaud. La sera di domenica 30 invia un messaggio alla ex moglie per comunicarle che l'indomani avrebbe portato lui Alessia e Livia a scuola.

  • Marsiglia – Propriano

Non lo fa e parte parte in auto con loro in direzione Marsiglia, da dove invia una cartolina alla moglie in cui le dice che non riesce a vivere senza di lei. Poi preleva 7.500 euro e la sera si imbarca sul traghetto ‘Scandola' diretto in Corsica, a Propriano.

  • Propriano – Bastia

Lì padre e figlie vengono visti da una testimone la mattina del primo febbraio, intorno alle 9,30. Matthias si dirige in auto verso il nord est dell'isola, facendo un tragitto di tre ore e giungendo a Bastia dove si imbarca – da solo – sul traghetto per Tolone.

  • Bastia – Tolone – Cerignola

Giunti nella città del Sud francese, la mattina del 2 febbraio si dirige verso la frontiera italiana, dove la sua auto viene registrata a Ventimiglia . Passa per Vietri e arriva infine a Cerignola, dove si uccide gettandosi sotto un Eurostar Milano-Bari in transito.

In giallo il percorso in cui le gemelline non erano presenti
In giallo il percorso in cui le gemelline non erano presenti

La pista canadese

Nel febbraio 2014 una lettera anonima segnala alla redazione di ‘Chi l'ha visto?' la presenza delle due gemelline in Canada l'una nella città di Ottawa l'altra in quella di Lachute. Chi scrive, avrebbe lavorato alla produzione dei documenti falsi per le piccole in una tipografia a 40 chilometri da Cerignola, insieme a un professionista pugliese, di cui fa nome e cognome. È questa la prima notizia che riporta la presenza delle piccoline scomparse dalla Svizzera al Canada, dove Mathias Schepp è nato a Toronto, da genitori svizzeri. Tre anni prima il programma condotto da Federica Sciarelli, aveva ricevuto la segnalazione di una testimone di una strana conversazione, riguardante proprio il caso Schepp, avvenuta tra due uomini in un bar di Sanremo. I due si domandavano perché il padre della bambine si fosse suicidato dopo aver fatto fare dei documenti falsi da un misterioso ‘professore' a Cerignola. Secondo quanto raccolto dalla testimone da quella conversazione, Schepp avrebbe chiesto al falsario altri due documenti contraffatti, oltre a quelli per le bambine: uno per un uomo e uno per una donna.

Un'altra testimonianza emersa da un carcere italiano suggerirebbe la presenza di complici nel trasferimento delle bambine. Un detenuto riferì ai pm di una conversazione a cui aveva assistito fra le mura della sala visite parenti, tra un altro detenuto e una donna. Secondo le ipotesi del testimone a Propiano, in Corsica, sarebbe potuto avvenire lo ‘scambio di mano' delle gemelline con alcuni complici del posto. Le piccole avrebbero potuto partire da lì e andare il barca fino al porto di Villefranche, da dove avrebbero potuto prendere il treno e raggiungere il padre a Cerignola dove doveva ritirare i documenti. Poi avrebbe proseguito il viaggio con una serie di voli approdando infine in Canada. Un ritardo o un intoppo potrebbe aver portato a un cambiamento di piani.

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