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Gaza, l’esercito israeliano ordinò la “direttiva Annibale” il 7 ottobre: “Nessuno esca vivo da Israele”

Documenti, ordini e comunicazioni ottenuti dal quotidiano israeliano Haaretz confermano che il giorno dell’attacco di Hamas a Israele, l’Idf ordinò la “direttiva Annibale”. Una procedura che permette di sparare a vista su chiunque si trovi in zona, anche a costo di colpire gli ostaggi. Lo scopo era di impedire di portare via prigionieri a Gaza.
A cura di Antonio Palma
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Nelle prime ore del 7 ottobre scorso, quando centinaia di miliziani di Hamas entrarono in Israele da Gaza, mettendo a ferro e fuoco ogni cosa, diversi comandi dell’esercito israeliano ordinarono l’immediata attuazione della “direttiva Annibale”, una controversa procedura utilizzata dall’Idf che prevede di impedire a ogni costo la cattura di soldati israeliani da parte di forze nemiche e che si può racchiudere nel motto ”Meglio morti che prigionieri”.

Documenti provano attuazione della “direttiva Annibale”

A dare conferma della procedura, di cui si parla già da tempo, sono ora alcuni documenti ufficiali ottenuti dal quotidiano israeliano Haaretz che li ha incrociati con testimonianze di soldati e ufficiali di medio e alto livello dell’IDF. Ordini e comunicazioni infatti rivelano una serie di direttive in questo senso impartite dalla Divisione di Gaza, dal Comando meridionale e dallo Stato maggiore dell’IDF fin dalle prime ore successive all'attacco quando ancora non era chiaro quanto stava accadendo.

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Cosa è la Direttiva Annibale”

Una procedura che pare sia diventata via via sempre più diffusa in vari punti lungo tutto il confine con la Striscia e proseguita fino al pomeriggio di quel giorno. La “Direttiva Annibale”, così come è formulata, permette di sparare a vista su chiunque si trovi in zona e tenti di lasciare l'area, anche a costo di colpire gli ostaggi. Al momento non ci sono prove se e quanti civili e soldati siano stati colpiti a causa di questa procedura ma i documenti confermano che molte delle persone rapite il 7 ottobre erano a rischio, esposte al fuoco israeliano, anche se ovviamente non erano l'obiettivo.

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Gli ordini dell'Idf il 7 ottobre

Secondo quanto ricostruito da Haaretz, già alle 6:43 del mattino del 7 ottobre il generale di brigata Avi Rosenfeld diede l’ordine in codice "i Filistei hanno invaso", che permette di colpire con fuoco pesante all'interno del territorio israeliano, per bloccare un'incursione nemica. Circa mezz’ora dopo è scattata anche la direttiva Annibale. Alle 7:18 del mattino, quando un posto di osservazione all'avamposto di Yiftah ha segnalato che qualcuno era stato rapito al valico di frontiera di Erez, dal quartier generale di divisione hanno lanciato l’avvio del protocollo.

“Hannibal a Erez, inviate un drone Zik" è stato il comando del quartier generale dell’Idf. Il significato di questo comando è chiaro visto che la direttiva Annibale afferma che "il rapimento deve essere fermato con ogni mezzo, anche a costo di colpire e danneggiare le nostre stesse forze". Nel giro di mezz'ora altri ordini analoghi sono partiti lungo tutto il confine dopo che l’idf si rese conto che i terroristi di Hamas erano riusciti a uccidere e rapire diversi soldati in servizio ai valichi e nelle basi adiacenti.

Secondo i documenti di Haartez, la direttiva Annibale è stata applicata ad Erez, nella la base militare di Re'im e nell'avamposto di Nahal Oz. Qui sono stati condotti vari attacchi da parte dell’esercito israeliano contro le loro basi. Tali attacchi però hanno avuto luogo anche fuori da avamposti e basi. Un successivo ordine delle 10.30 infatti ha disposto un lancio di mortai in direzione della Striscia di Gaza anche se l'IDF non aveva un quadro completo di tutte le forze nella zona, compresi soldati e civili.

“Nessun veicolo è autorizzato a tornare a Gaza”

Un altro ordine ancora più perentorio, impartito alle 11:22, è stato ancora più categorico: “Nessun veicolo è autorizzato a tornare a Gaza”. "A quel punto tutti sapevano ormai che c’erano veicoli che potevano trasportare civili o soldati rapiti. Non c'è stato alcun caso in cui un veicolo che trasportava persone rapite sia stato consapevolmente attaccato, ma non si poteva sapere se ci fossero persone del genere a bordo di un veicolo. Tutti sapevano cosa significava non far tornare alcun veicolo a Gaza” ha dichiarato ad Haaretz una fonte del Comando meridionale. A quel punto, la zona di confine è stata messa sotto un intenso fuoco che colpiva chiunque si trovasse in quella zona.

Su chi abbia dato gli ordini è in corso ora una indagine interna dell’Idf che nelle prossime settimane dovrebbe pubblicare i risultati dell’inchiesta. “Stiamo conducendo delle indagini interne su quanto accaduto il 7 ottobre e nel periodo precedente. Lo scopo di queste indagini è imparare e trarre lezioni da quanto accaduto. Quando queste indagini saranno concluse, i risultati saranno presentati con trasparenza" hanno assicurato i vertici militari israeliani.

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