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Conflitto Israelo-Palestinese

Gaza, l’appello del Papa: “Soccorrere i feriti, inviare aiuti umanitari, liberare gli ostaggi”

Bergoglio: “Il conflitto non si allarghi. Ogni essere umano è sacro di qualsiasi religione e prezioso agli occhi di Dio e ha diritto a vivere in pace. Non perdiamo la speranza che il senso di umanità prevalga sulla durezza del cuore”. E ribadisce: “Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, non dimentichiamola”.
A cura di Davide Falcioni
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"Basta fratelli, fermate le armi". È  l'appello che Papa Francesco ha rivolto a palestinesi e israeliani al termine dell'Angelus di oggi in piazza San Pietro, parlando della guerra in Medioriente. "In questo momento buio prego tanto per loro, le armi non porteranno mai pace – ha affermato -. Basta, fratelli, a Gaza si soccorrano i feriti, si facciano arrivare gli aiuti umanitari, si liberino gli ostaggi, tra cui molti sono anziani e bambini". "Ogni giorno il mio pensiero va alla situazione in Israele e Palestina. Sono vicino a chi soffre, li abbraccio in questo momento buio e prego per loro. Il conflitto non si allarghi. Ogni essere umano è sacro di qualsiasi religione e prezioso agli occhi di Dio e ha diritto a vivere in pace. Non perdiamo la speranza che il senso di umanità prevalga sulla durezza del cuore". E ribadisce: "Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, non dimentichiamola", dice Bergoglio.

Il Papa: "Passiamo meno tempo davanti allo schermo del telefono"

Il pontefice ha commentato il Vangelo odierno con la parabola delle dieci vergini, "una storia – ha detto – che riguarda il senso della vita di ciascuno". Bergoglio ha parlato della “custodia della vita interiore” che vuol dire “sapersi fermare per ascoltare il proprio cuore, per vigilare sui propri pensieri e sentimenti”. “Tante volte si è molto attenti alle apparenze, l'importante è curare bene la propria immagine e fare bella figura davanti agli altri. Ma Gesù dice che la saggezza della vita sta altrove: nel curare quello che non si vede” cioè "curare il cuore".

E spiega "Saggezza vuol dire saper fare spazio al silenzio, per essere capaci di ascoltare, noi e gli altri. Vuol dire saper rinunciare a un pò di tempo passato davanti allo schermo del telefono per guardare la luce negli occhi degli altri, nel proprio cuore, nello sguardo di Dio su di noi".  "Vuol dire – ha detto ancora il pontefice – non lasciarsi intrappolare dall'attivismo, ma dedicare tempo al Signore, all'ascolto della sua parola, all'adorazione. Il vangelo ci dà il consiglio giusto per non trascurare l'olio della vita interiore, ‘l'olio dell'anima', ci dice che è importante prepararlo".

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