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Garlasco, nuovo colpo di scena: sparite 41 foto di Alberto Stasi e Chiara Poggi

Si sarebbero volatizzate immagini dei due ragazzi e dei loro amici. A denunciare la falla tra le carte dell’inchiesta è il sostituto procuratore generale Laura Barbaini.
A cura di Biagio Chiariello
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Mancano 41 foto dal fascicolo sul caso di Chiara Poggi, la giovane uccisa Garlasco nel 13 agosto di 7 anni fa. Elementi  importanti inspiegabilmente scomparsi dalle carte in mano della Procura di Milano nell’ambito del processo d’Appello bis a carico di Alberto Stasi, che dopo due sentenze di assoluzione e un rinvio in Cassazione si prepara al suo quarto verdetto che dovrebbe arrivare prima della fine del 2014. Si tratta di scatti, acquisiti nel corso dell’inchiesta, che avrebbero potuto far emergere nuovi dettagli sul rapporto tra i due ragazzi e sulle loro frequentazioni. Secondo il Messaggero, il fatto sarebbe denunciato nell’udienza di ieri, dal sostituto procuratore generale Laura Barbaini.

Le foto sono andate perse, scivolate fuori dalle migliaia di pagine dei faldoni del processo? Oppure non è un caso se non si trovano più? Di certo si tratta di una documentazione corposa, un tassello importante sulla vita di Chiara e Alberto insieme.

Un rapporto ricostruito minuziosamente dalle migliaia di foto custodite dal ragazzo nel suo pc: le vacanze, le serate con gli amici, il viaggio in Inghilterra. Sono le ultime istantanee della vita di Chiara. Lei felice, che abbraccia Alberto, che passeggia per Londra, ignara del fatto che il giovane scattava una fotografia a lei con la sua Sony DSC-W1 e, un attimo dopo, un’altra ai piedi di una sconosciuta con il cellulare.

Nel computer di Stasi infatti c’era la cartella denominata «fotocell», che custodiva immagini di scarpe femminili e di indumenti intimi indossati da ragazze di cui non è visibile il resto del corpo”.

Tra le foto scomparse ci sarebbero anche quello dei graffi di Alberto:

E’ quella dei graffi che il giovane aveva sugli avambracci quando si presentò alla caserma di Garlasco per dare l’allarme dopo aver scoperto il cadavere di Chiara: lui li liquidò come segni provocati dal suo cane, ma chi li notò pensò subito a una colluttazione. Tra questi anche il carabiniere chiamato ieri a testimoniare dal pg Barbaini. «Indicai i graffi al maresciallo Francesco Marchetto, ma lui tagliò corto dicendo che non era un elemento rilevante», ha affermato.

L’ex capo della caserma di Garlasco, tra l’altro, sarà processato per falsa testimonianza: avrebbe provveduto «in assoluta autonomia» a dettare un’annotazione di servizio in cui attestava la non conformità tra la bicicletta appoggiata al muro di casa Poggi all’ora del delitto e quella nera da donna della famiglia Stasi. Di cui ci sarebbe un doppione”.

La bicicletta è sicuramente uno dei punti chiave su cui si concentra la battaglia processuale tra accusa, difesa e parti civili. Secondo la documentazione contabile, Stasi comprò due biciclette. Con una di queste avrebbe, secondo l’accusa, raggiunto la villetta dove abitava la fidanzato e poi si sarebbe allontanato dopo aver ucciso la ragazza. “Ma di questa bicicletta si sarebbero perse le tracce. Non solo. L’accusa ha chiesto di acquisire i movimenti della carta di credito di Stasi: prima dell’omicidio avrebbe acquistato un paio di scarpe che non risulterebbero tra quelle prelevate dai carabinieri a casa sua”.

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