Garlasco, i dubbi del consulente della famiglia Poggi: “Il materiale genetico è esaurito, cosa analizzano?”

C'è un nuovo filone di indagine sul delitto di Garlasco. La Procura di Pavia ha indagato per la seconda volta Andrea Sempio, allora amico del fratello di Chiara Poggi uccisa a Garlasco (Pavia) il 13 agosto del 2007. Domani 13 marzo sarà sottoposto a un test salivare per prelevare il suo dna. Il nuovo accertamento arriva a seguito di recenti analisi fatte su iniziativa dell'avvocata Giada Bocellari, legale di Alberto Stasi: il legale avrebbe affidato a un laboratorio di genetica di fama internazionale, con sede all'estero, il compito di analizzare nuovamente i reperti biologici. Cosa che sarebbe già stato fatto.
Ma non sono che gli ennesimi accertamenti. Cosa è stato fatto negli anni? C'è nuovo materiale genetico su cui concentrare altre indagini? A Fanpage.it lo spiega Paolo Reale, consulente della famiglia Poggi per tutto il periodo delle indagini e del processo. Finito con la condanna di Alberto Stasi a 16 anni di carcere.
Dottore, su quali elementi si indagò in passato?
Nel 2009 iniziò il processo di primo grado per Alberto Stasi, che venne assolto per insufficienza di prove. Durante l'Appello a Milano erano state presentate una serie di richieste che avevano come obiettivo quello di completare prove e indagini che non erano state fatte in primo grado. Tra le diverse cose, noi abbiamo chiesto di andare ad analizzare i reperti rimasti sotto le unghie di Chiara Poggi. La difesa di Stasi si oppose nel 2011 e la Corte d'Assise d'Appello non concesse le ulteriori analisi richieste: il caso venne chiuso confermando l'assoluzione anche in secondo grado.
Nel 2013 però la Cassazione ha riconosciuto che non si potevano lasciare incompiuti diversi accertamenti ancora possibili, tra cui quello sulle unghie. Così tutto è stato rinviato in Appello bis ed è stato nominato un perito dalla Corte di Milano che ha provveduto alle analisi a cui hanno preso parte anche i vari consulenti.
Cosa è stato analizzato nel dettaglio e scoperto?
Si è scoperto che il materiale analizzato, ovvero quello a disposizione sotto le unghie, era infinitamente piccolo. Così i periti hanno ritenuto di sciogliere le unghie di Chiara Poggi in modo da poter raccogliere qualsiasi elemento possibile. É giusto precisare però che facendo così si è poi andati ad analizzare materiali che potevano trovarsi sia sotto che sopra le unghie
A questo punto il perito ha fatto le analisi del dna per capire se uscisse un profilo genetico utilizzabile: oltre a quello di Chiara Poggi è emersa una serie di profili sovrapposti difficili da decifrare. Hanno scelto così solo di isolare il cromosoma Y, ovvero caratteristica maschile e quindi non associabile alla vittima. Risultato: ogni volta che veniva fatta la ripetizione su questo materiale i risultati erano discordanti. Al che il perito si è trovato all'ultima porzione disponibile di materiale e a un terzo tentativo: hanno fanno l'ultimo test e il risultato è stato diverso dall'amplificazione fatta precedentemente.
Quanto poteva essere attendibile il risultato del terzo tentativo?
Siamo di fronte a uno scenario – a livello scientifico – assente da qualsiasi ripetizione del risultato. Sarebbe impossibile quindi capire che valore abbiano questi risultati e la loro attendibilità. Questo durante il processo del 2014. Nel frattempo Stasi è stato condannato in Appello bis a 16 anni di carcere, confermata anche in Cassazione.
Quando si arrivò quindi a capire che tra il materio genetico trovato sotto le unghie di Chiara Poggi ci fosse anche quello di Andrea Sempio?
Nel 2016 la difesa di Stasi fece fare una consulenza. Ha provato a fare un confronto tra il materiale analizzato e il dna di Sempio. Comparazione che rimane limitata a una amplificazione sui cromosomi Y: in questo modo però non si è arrivati a individuare l'uomo ma il gene di sesso maschile. Questo vuol dire che il cromosoma Y trovato poteva appartenere a più membri della famiglia.
Scoperto il dna di Sempio, la Procura e il giudice sono arrivati alla conclusione poi che eravamo di fronte a un approccio suggestivo ma non scientifico.Soprattutto perché si sono ignorate le altre ripetizioni fatte sul materiale prelevato dalle unghie di Chiara Poggi. Inoltre, le sentenze che hanno condannato Stasi dimostrano che non c'è stato un tentativo della vittima di difendersi, non ha avuto il tempo di avere una reazione. Quindi non c'è l'ipotesi che abbia potuto, magari in una colluttazione, trattenere tracce genetiche sotto le unghie del suo aggressore. Quindi alla fine la Corte di Pavia non ha riconosciuto alcun elemento rilevante.
Arriviamo ad oggi. Sono state fatte altre analisi da parte della difesa di Stasi, con tecniche nuove?
Ma quali tecnologie? Se il materiale è stato utilizzato tutto nelle analisi del 2014, su cosa si basano questi nuovi accertamenti? Rilettura degli stessi risultati del 2014? Se è questo su cui si basano le nuove indagini, c'è un problema scientifico: basta una nuova modalità di lettura per fare una comparazione scientificamente affidabile? Quindi ho delle perplessità. Il materiale è finito. Tutte queste cose sono state già valutate, anche da più e più esperti della genetica.
Domani Andrea Sempio si sottoporrà a un test salivare, cosa si potrà scoprire di nuovo dunque nei prossimi giorni?
Posso solo immaginare che ci sia qualche genetista che ha adottato un nuovo approccio per confrontare il Dna di Sempio, anche se le ripetizioni delle analisi a suo tempo avevano sempre dato esiti diversi. Il confronto comunque sarà rimasto limitato al cromosoma Y. Non ci sono elementi nuovi. Se fosse rimasta una quantità nuova da qualche parte allora si potrebbe procedere con nuove analisi, ma il materiale trovato sul corpo di Chiara Poggi è stato tutto esaurito.
Sarebbe sufficiente secondo lei per avere una revisione del processo?
Non lo so. Ci sono degli elementi nuovi? Se sono quelli che ci siamo detti, abbiamo già verificato tutto. Resta da capire se ci sono elementi nuovi, ma sono sfuggiti in tutti questi anni? In tutti i casi, mai ci siamo opposti a nuove verifiche, non lo faremo neppure adesso.