Garlasco: ecco perché Alberto Stasi non ha ucciso Chiara Poggi
La Corte d'Assise d'Appello ha reso pubbliche oggi le motivazioni del verdetto di assoluzione emesso nei confronti di Alberto Stasi per l'omicidio di Chiara Poggi. Il giovane era stato assolto dalle accuse che lo indicavano come autore dell'efferato delitto avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. I giudici hanno ammesso, comunque, che il risultato "non è certamente appagante per qualsiasi indagine penale, a maggior ragione nel presente caso, che ha ad oggetto un efferato omicidio". I giudici si sono soffermati sul sangue non trovato sotto le suole delle scarpe di Stasi, nonostante questi abbia attraversato la villetta di casa Poggi: "Il semplice strofinio delle suole sullo zerbino di ingresso della caserma avrebbe potuto cancellare le tracce, quindi nulla si può affermare riguardo a ciò che effettivamente si è verificato nella realtà. Realtà che quindi è rimasta inconoscibile nei suoi molteplici fattori rilevanti".
Alberto Stasi è scagionato dalle accuse perchè le prove a suo carico sono contraddittorie e insufficienti. "Le ipotesi alternative alla non provata responsabilità di Stasi", si legge nelle motivazioni, "non sono eventualità remote, ma riguardano scenari alternativi dei quali la presenza della bicicletta nera da donna fuori l'abitazione della vittima potrebbe costituire un elemento costitutivo". I giudici hanno lodato il lavoro del gup di Vigevano, Stefano Vitelli, che aveva assolto il giovane con rito abbreviato in primo grado lo scorso 6 dicembre: "Il giudice di Vigevano ha compiuto uno scrupoloso studio del materiale probatorio sottoposto al suo esame dandone conto in motivazione in modo chiaro ed esauriente". Tra le motivazioni, è stato possibile far riferimento alla condanna di Annamaria Franzoni, accusata di aver ucciso suo figlio Samuele a Cogne il 30 gennaio 2002.
Il paragone con il delitto di Cogne – Il legale dei Poggi, durante il processo d'appello, aveva richiamato una sentenza della Cassazione del 21 maggio 2009 sul delitto di Cogne, spiegando che "con riferimento a Stasi, le ipotesi alternative alla sua responsabilità risultano fantasiose e prive di aggancio alle circostanze accertate in giudizio". I giudici d'appello hanno riferito che "si tratta di un argomento che non rispetta le cadenze logiche del ragionamento giuridico", perchè la condanna di Annamaria Franzoni attingeva da un quadro giudicato concludente e privo di alternative consistenti. La condanna di Stasi, al contrario, "si caratterizza per la presenza di indizi risultati privi di forza logica, perchè non resistenti alle obiezioni, non attendibili, non convincenti".