Perde gambe e braccia per errore medico, Anna e la battaglia per le protesi consigliate da Bebe Vio
"Non è un capriccio la necessità di avere un risarcimento per quello che ho subito. Vivo ogni giorno con la preoccupazione che si possa rompere un pezzo delle protesi, cosa che mi costringerebbe a tornare sulla sedia a rotelle" così Anna Leonori, la mamma di Terni vittima di una diagnosi sbagliata che le ha fatto perdere gambe e braccia, si è detta pronta ora una lunga battaglia legale in tribunale dove ha trascinato ospedali e Asl per ottenere un risarcimento.
Dall’altra parte in tribunale ci saranno i rappresentanti dell’ospedale Santa Maria di Terni, del Regina Elena di Roma e dell'Ausl Romagna che nel tempo hanno tenuto in cura la donna. A loro la 46enne chiede ora un risarcimento monetario per poter condurre una vita più vicina alla normalità grazie a protesi speciali che le ha consigliato anche la campionessa sportiva Bebe Vio.
Per ora è tutto in mano ai periti, come disposto dal tribunale civile nell'ambito dell'accertamento tecnico preventivo, ma la donna è pronta a difendere i suoi diritti in Tribunale. "I periti concluderanno il loro lavoro a giugno. Non so come andrà a finire questa fase ma so con certezza che non si libereranno di me in alcun modo. Se sarà necessario affronterò anche il processo", ha dichiarato la 47enne al Messaggero, rivelando: “Sono stata costretta a rivivere il mio calvario, a sottopormi a una visita di fronte ad una quindicina di periti. Tutto questo in attesa di avere giustizia per i danni che ho subito”.
Il calvario di Anna inizia nel 2014 quando le viene diagnosticato un tumore maligno che richiede un intervento estremamente invasivo. Viene operata a Roma con l'asportazione di utero, ovaie, 40 linfonodi e della vescica, sostituita con una ortotopica. Da qui è cominciata per lei una luna scia di dolore e sofferenza con anni di infezioni e ricoveri. Nel 2017 infine una "peritonite acuta generalizzata causata dalla perforazione della neo vescica" che l’ha portata in coma per un mese e mezzo ma soprattutto all'amputazione di gambe e braccia
Da allora ha dovuto imparare di nuovo a muoversi, prima in sedia a rotelle e poi con le protesi. “Le costosissime protesi acquistate grazie alle raccolte fondi di associazioni di volontariato e privati mi hanno cambiato la vita” ha spiegato Anna ma le protesi si deteriorano in fretta e le garanzie durano solo due anni. Per questo “non è un capriccio la necessità di avere un risarcimento per quello che ho subito” ha concluso la donna.