Gallura: i coniugi Azzena e il figlio 12enne forse uccisi con una chiave inglese

I carabinieri potrebbero aver individuato l’arma utilizzata per uccidere il 17 maggio scorso Giovanni Azzena, la moglie Giulia Zanzani e il piccolo Pietro. Si tratta dei due coniugi e del figlio dodicenne uccisi nella loro abitazione di Tempio Pausania: un triplice delitto per il quale è stato arrestato un amico di famiglia, Angelo Frigeri. E la presunta arma del delitto è stata individuata proprio a casa dell’uomo arrestato: si tratta di una chiave inglese rinvenuta, appunto, durante i nuovi sopralluoghi all’interno della casa e del garage di Frigeri. L’utensile sarà inviato al Ris per verificare la presenza di eventuali tracce biologiche e avviare una comparazione tra le ferite riscontrate sui corpi degli Azzena e l’oggetto contundente. Proseguono intanto le indagini sul triplice delitto della Gallura: il sopralluogo eseguito ieri nella casa in via Villabruna, con l’utilizzo del luminol, ha consentito di appurare che i tre omicidi sono stati commessi tutti al secondo piano della palazzina, tra la cucina, il soggiorno e una camera da letto.
Indagini sul movente e su eventuali complici di Frigeri
In tutte le stanze della casa sono state trovate tracce di sangue e dal sopralluogo è emerso anche che chi ha ucciso la famiglia Azzena ha lasciato tracce del suo passaggio ovunque e poi ha provato a ripulire la scena del delitto. Ulteriori risposte sulla strage arriveranno nei prossimi giorni dagli esiti degli accertamenti di laboratorio eseguiti sui numerosi oggetti sequestrati, anche ieri, all'interno della casa degli Azzena. La Procura di Tempio Pausania, inoltre, sta continuando a lavorare nel tentativo di appurare il movente della strage in Gallura e anche per capire se Frigeri abbia avuto complici. Col passare del tempo, da quanto si apprende, prenderebbe però sempre più piede l’ipotesi che il presunto killer degli Azzena abbia agito da solo.