Galli sul vaiolo delle scimmie: “Sono ottimista, non muta come il Covid e ha letalità bassa”
Sul vaiolo delle scimmie "vorrei, una volta tanto, dare un messaggio ottimistico. Ma non sulla base delle mie semplici sensazioni bensì considerando di che cosa stiamo parlando, ovvero di un virus a Dna, un orthopoxvirus, che come tale cambia molto meno rispetto a quello che fa un virus a Rna" come Sars-CoV-2. A parlare è Massimo Galli, già primario dell'ospedale Sacco di Milano, che in una intervista a Skytg24 ha parlato di monkeypox, di cui in Italia sono stati identificati in totale 8 casi, sei a Roma, tutti isolati all'ospedale Spallanzani, uno in Toscana e uno in Lombardia. Quasi tutti i pazienti rientravano da un viaggio alle Canarie.
Ottimismo, dunque, ma con la giusta attenzione, per questa patologia "ha delle modalità di diffusione certo importanti, allarmanti, ma non tali da metterci nella condizione di pensare a breve termine a un'epidemia diffusa in maniera generalizzata. Certo non bisogna prendere la cosa sottogamba e bisogna considerarla bene".
Secondo l'esperto, quello che bisogna fare ora è "un'operazione di contenimento epidemiologico, nella speranza che ciò che ci avrebbe dovuto insegnare la pandemia Covid sia utile per poter fare questa volta, avendone il tempo e le modalità, una buona misura di contenimento. Ricordiamoci che siamo di fronte anche a una malattia che ha una letalità molto bassa, almeno nei Paesi occidentali. Ritengo che i rapporti costi-benefici dell'utilizzo di un vaccino, in questo momento e per questo virus, siano molto aleatori e non tali da spingere a una scelta di questo genere".
Su come avvenga la trasmissione di questo virus, Galli ha spiegato che "si è parlato molto, in questi giorni di trasmissione sessuale, ma non dobbiamo pensare a un contatto sessuale genitale o anale come causa principale della faccenda, mentre in questo caso può bastare un bacio: sì, la saliva può trasmettere questa infezione, e, a quanto pare, la fa abbastanza agevolmente".