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Galli a Fanpage.it: “Grazie ai vaccini una nuova ondata non sarà grave come l’anno scorso”

Massimo Galli, direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano: “Il mio ottimismo deriva dal fatto di avere comunque molti vaccinati, alcuni dei quali potrebbero infettarsi ma nella quasi totalità dei casi non finirebbero né in ospedale, né in rianimazione né tanto meno al cimitero”.
A cura di Davide Falcioni
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Esprime un cauto e ragionato ottimismo Massimo Galli, direttore della Clinica Malattie Infettive dell'Ospedale Sacco di Milano, che in un'intervista rilasciata al live YouTube di Fanpage.it ha parlato della minaccia della variante Delta, sottolineando comunque come i rischi di piombare in una nuova ondata paragonabile alle precedenti sia estremamente basso: "La situazione non è risolta – ha detto lo scienziato – ma il mio ottimismo deriva dal fatto di avere comunque molti vaccinati, alcuni dei quali potrebbero infettarsi ma nella quasi totalità dei casi non finirebbero né in ospedale, né in rianimazione né tanto meno al cimitero". Secondo Galli, quindi, la campagna di vaccinazione sta dando importanti risultati non solo sul fronte dei contagi ma anche su quello, estremamente importante, della tenuta delle strutture sanitarie: "Se il prossimo autunno dovesse esserci una nuova ondata non sarà nemmeno paragonabile a quella dell'anno scorso perché per fortuna di gente vaccinata ce n'è tanta. Dubito che arriverà una variante talmente potente da eludere completamente la protezione dei vaccini".

Il direttore della Clinica di Malattie Infettive dell'Ospedale Sacco di Milano ha comunque invitato alla prudenza lanciando messaggi chiari sia ai cittadini che al governo. Ai primi ha ricordato che l'uso della mascherina "sul cucuzzolo di una montagna e da soli" è inutile, mentre è necessario in tutti i contesti in cui, anche all'aperto, potrebbero crearsi assembramenti. "Va indossata, soprattutto se non si è per nulla vaccinati o se si hanno altre patologie". Al governo, invece, Galli chiede di potenziare due attività: il tracciamento dei contagi e il sequenziamento dei virus per scovare tempestivamente nuove mutazioni: "Siamo ancora  molto lontani da quella che dovrebbe essere una capacità di valutazione sufficientemente capillare".

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