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Covid 19

Gaia, morta a 27 anni per coronavirus: “Troppe ombre sul decesso di mia nipote, voglio la verità”

Silvana Vinci è la zia di Gaia Contini, 27enne varesina morta lo scorso 21 marzo all’Istituto Maugeri di Veruno, in provincia di Novara. Gaia, affetta da una malattia rara, era in attesa di un trapianto di polmone. Tante le perplessità attorno agli ultimi giorni di vita della giovane che hanno spinto la zia a sporgere denuncia. Solo grazie ai carabinieri la zia ha saputo che Gaia era positiva al Covid-19: “Voglio sapere cosa le è successo – dice a Fanpage.it – qual è la verità, di cosa è morta veramente Gaia”.
A cura di Francesco Loiacono
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Gaia Contini, ragazza varesina di 27 anni, è morta lo scorso 21 marzo all'Istituto clinico scientifico Maugeri di Veruno, in provincia di Novara. La ragazza, affetta da sclerosi tuberosa, una malattia rara simile alla fibrosi cistica, era in attesa di un trapianto di polmoni che le avrebbe donato una nuova vita, dopo un'esistenza tribolata. Ma anche lei, come purtroppo migliaia di persone in questi ultimi mesi, è stata infettata dal Coronavirus, il nemico invisibile che se l'è portata via. Nel caso di Gaia, però, sono tante le stranezze e le perplessità che hanno accompagnato i suoi ultimi giorni di vita. Tanto che la zia e tutrice legale della 27enne, Silvana Vinci, ha presentato una denuncia ai carabinieri chiedendo di fare luce su quanto accaduto.

La zia a Fanpage.it: Chiedo giustizia per mia nipote

"Chiediamo giustizia per Gaia", ha raccontato la donna a Fanpage.it. Silvana aveva seguito regolarmente la nipote fino al 10 marzo. Dal 12 marzo le visite vengono però bloccate a causa del Coronavirus. Il 14 marzo Gaia inizia ad avere la febbre, che il giorno successivo diventa molto alta. "Ho cercato di mettermi in contatto tutti i giorni con i medici", ha detto Silvana, che però afferma di essere stata lasciata all'oscuro di tutto per un lungo periodo di tempo. Solo dopo una e-mail minacciosa alla struttura, il 20 marzo le dicono che la nipote ha la febbre alta, ma non ne capiscono la causa. La situazione però precipita: il 21 marzo, dopo nuove insistenze della zia, una dottoressa le telefona dicendole che stanno intubando la nipote. Poche ore dopo Gaia smette di respirare.

Non abbiamo ancora potuto seppellirla

Inizia a questo punto un'altra battaglia per cercare di capire le cause della morte: "Probabilmente è morta per un'embolia polmonare", viene detto alla zia, ma non le viene detto se è stato effettuato il tampone. "Sono stata otto giorni senza avere notizie di mia nipote, erano troppo impegnati". Silvana non ci sta, sporge denuncia e dopo tre giorni sono proprio i carabinieri a comunicarle che sua nipote era positiva al tampone, è stato il coronavirus a portarla via. La richiesta di autopsia viene però respinta. Sono tanti gli aspetti della vicenda su cui Silvana vuole chiarimenti: capire cosa le sia successo in quelle 48 ore che sono trascorse da quando la giovane ha smesso di collegarsi al suo smartphone fino al suo decesso. Ma anche "cosa è successo a Gaia, qual è la verità, di cosa è morta veramente Gaia". E a un mese dalla morte, dice la zia, "ancora non so dov'è il corpo di Gaia: non abbiamo potuto darle una sepoltura".

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