G8 Genova, Placanica 20 anni dopo: “Il mio rammarico è non aver soccorso Carlo Giuliani”
“Il mio più grande rammarico è non aver saputo subito cosa fosse successo. Altrimenti mi sarei messo il casco, sarei sceso dal Defender e avrei prestato soccorso a Carlo Giuliani”, a parlare e a ricordare quei terribili momenti del G8 di Genova del 2001 è Mario Placanica, l’ex carabiniere che venti anni fa sparò e uccise Carlo Giuliani in piazza Alimonda dopo essere rimasto bloccato con il fuoristrada di servizio tra i manifestanti durante gli scontri. “Non sono un assassino" ha ribadito l’ex militare dell’arma tornando a parlare dei quei terribili momenti in una intervista rilasciata a Ketty Riga per lo speciale di Sky tg24 sul G8 di Genova a pochi giorni dal tragico anniversario della morte di Giuliani.
“Non mi avevano nemmeno avvisato che era morto un ragazzo. Io ero lì non solo con la pistola, ma anche come volontario della Croce Rossa e avrei potuto fare qualcosa" ha sottolineato Placanica la cui vita è stata irrimediabilmente stravolta da quegli eventi del G8 di Genova. Esonerato dall'Arma dei Carabinieri, Placanica, accusato di omicidio, è stato infine prosciolto per legittima difesa e uso legittimo delle armi. “Se avessi voluto uccidere, dalla mia pistola sarebbero volati almeno 15 colpi. Invece ne ho sparati solo due per difendermi, per allontanare i manifestanti e perché ho avuto paura" ha ribadito l’ex carabiniere confermando la sua versione dei fatti.
“Quando mi presero per interrogarmi e mi informarono la sera, mi crollò il mondo addosso, pensai subito ma come ho fatto a prenderlo, io ero accecato dai lacrimogeni non lo avevo nemmeno visto, non lo so manco io come ho fatto ma ricordo bene di aver sparato solo due colpi” ha ricordato ancora Placanica, aggiungendo: “Se potessi tornare indietro non sparerei ma metterei di più a rischio la mia vita”.
In quella giornata tanto terribile quanto confusionaria anche gli stessi genitori di Carlo appresero la drammatica notizia solo nella serata. “Abbiamo avuto notizie dell’uccisione di un manifestante dalle reti televisive ma abbiamo saputo della morte di Carlo solo la sera quando ci sono venuti a prendere con un’auto della Questura” ha raccontato il padre di Carlo, Giuliano Giuliani, sottolineando: "Che siano passati venti anni con cambia nulla, perdere un figlio è la cosa più grave che può accadere a dei genitori".
“Carlo non è stato solo ammazzato, è stato deturpato nella sua persona per la sete di giustizia che aveva. Non hanno avuto nemmeno il coraggio di fare un processo. Archiviato sulla base di prove inventate come quella del sasso che ha deviato il proiettile” ha accusato il padre di Carlo, ricordando: “Non sempre, ma a volte, i processi consentono di raggiungere la giustizia e soprattutto la verità di quello che è successo". "Tanti i dubbi che ancora oggi ci tormentano. Le domande che non hanno mai trovato una risposta. Perché la manovra insensata che avviene in piazza Alimonda? A venti metri ci sono cento carabinieri: perché non intervengono a difesa della Jeep? Perché vogliono vedere quello che succede? Perché hanno attaccato il corteo delle Tute Bianche senza nessun motivo? Un corteo autorizzato. E perché non hanno fermato i black bloc, che giravano per Genova sfasciando vetrine” si è sfogato Giuliano Giuliani.
Su quel drammatico fatto anche Placanica è convinto che non ancora tutto è emerso. “Manca un tassello, capire perché l’Arma dei carabinieri ha cancellato Placanica” ha sottolineato l’ex militare che invece di una cosa si dice sicuro: “Io non mi sento il giustiziere di Giuliani”. “lo so che perdere un figlio è qualcosa di brutto perché fa parte del proprio cuore ma spero che i genitori di Giuliani non mi considerino un assassino, almeno questo, perché il mio volere non è stato mai questo e starò sempre dalla loro parte” ha concluso Placanica.
“Carlo ha fatto anche i suoi errori ma un ragazzo di 23 anni non meritava di morire così. Lui e Placanica in qualche modo sono entrambi delle vittime anche perché io, se devo fare l’elenco dei responsabili dell’omicidio di Carlo, Placanica lo colloco all’ultimo posto. Al primo ci sono quelli che comandavano quel reparto, i due carabinieri ufficiali, che poi hanno fatto una carriera spettacolosa, e il vicequestore”. È possibile che a nessuno di quelli che comandavano sia venuto in mente di dire ai cento carabinieri che stavano a 10 o 15 metri di distanza, ‘andiamo a difenderla’? E allora i primi responsabili dell’omicidio di Carlo sono proprio coloro che comandavano” ha concluso Giuliano Giuliani.