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G8 Genova, i poliziotti responsabili delle torture alla Diaz condannati a pagare 3 milioni di euro

I ventiquattro dirigenti e funzionari di polizia responsabili della “macelleria messicana” alla scuola Diaz al G8 di Genova del 2001 sono stati condannati dalla Corte dei Conti a risarcire lo Stato con 3 milioni di euro. Tra loro anche figure di spicco in passato promosse ai vertici della pubblica sicurezza italiana.
A cura di Davide Falcioni
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scuola diaz genova, g8
scuola diaz genova, g8

A quasi 18 anni dal G8 di Genova del 2001 e dalle violenze delle forze dell'ordine alla scuola Diaz e alla caserma Bolzaneto i poliziotti protagonisti di quella che Amnesty International definì "macelleria messicana" dovranno mettere mano al portafogli: la Corte dei Conti ha chiesto che risarciscano lo stato italiano per i soldi spesi in avvocati e risarcimenti alle vittime dei pestati, soldi anticipati dal Ministero degli Interni e della Giustizia che tuttavia dovranno ora pagare i violenti in divisa. La sentenza della magistratura contabile è stata emessa tre giorni fa: ai ventiquattro dirigenti di polizia, ispettori o ex condannati per i fatti della Diaz sono stati richiesti quasi 3 milioni di euro. A ognuno di loro sono stati richiesti tra gli 80 e i 120 mila euro sulla base degli specifici reati accertati, ma non è detto che la somma in futuro non possa anche lievitare qualora venga accertato un danno di immagine per le istituzioni di pubblica sicurezza italiane: in merito si pronuncerà prossimamente la Consulta.

La lista di coloro che dovranno risarcire lo stato è lunga e include anche alti funzionari anche alti dirigenti tuttora in servizio e di recente persino promossi: c'è ad esempio Gilberto Caldarozzi, nel 2017 nominato dal Ministro degli Interni Marco Minniti Vice direttore tecnico operativo della Direzione Investigativa Antimafia, cioè il fiore all’occhiello delle forze investigative italiane. Spicca anche il nome del capo della Polstrada a Roma Pietro Troiani. La Corte dei Conti ha ordinato però il risarcimento delle somme, tecnicamente sotto forma d’una condanna per danno erariale, ad altre figure di rilievo della polizia, come Francesco Gratteri, Giovanni Luperi e Vincenzo Canterini, ai vertici delle forze dell'ordine e con ruoli anche nei servizi segreti.

La Corte dei Conti ha condannato a risarcire lo stato sia i poliziotti che redassero e firmarono il falso verbale in cui si certificava che nella scuola Diaz c’erano molotov in realtà introdotte dagli agenti, sia i picchiatori. Nel rimarcare le varie responsabilità,la magistratura contabile ha descritto l’azione della polizia come "un raid militare", una vera e propria "spedizione punitiva" dettata "dal sonno della ragione". I giudici hanno anche spiegato che i protagonisti hanno a lungo avuto "coscienza dell’impunità per le coperture dei vertici". Per le violenze della Diaz l’Italia era stata condannata in passato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.

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