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Incidente Funivia Stresa-Mottarone

Funivia Stresa Mottarone, freno disattivato deliberatamente: “Si confidava nella buona sorte”

Olimpia Bossi, procuratore della Repubblica di Verbania, ha confermato che Luigi Nerini, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini hanno compiuto una “scelta assolutamente consapevole” disattivando il sistema frenante d’emergenza della cabina. I tre avrebbero confidato “nella buona sorte” credendo che mai si sarebbe potuto verificare un guasto alla fune d’acciaio.
A cura di Davide Falcioni
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Quella di manomettere l'impianto frenante d'emergenza della funivia Stresa – Mottarone è stata una "scelta assolutamente consapevole" da parte dei tre indagati posti dalla scorsa notte in stato di fermo, cioè il direttore del servizio Enrico Perocchio, il capo operativo Gabriele Tadini e il titolare della  società ‘Ferrovie del Mottarone' Luigi Nerini. A renderlo noto, nel corso di una conferenza stampa, è stato il procuratore della Repubblica di Verbania, Olimpia Bossi, che ha specificato che "non si è trattato di una dimenticanza o di un'omissione occasionale. La scelta è stata presa per ovviare a inconvenienti tecnici, che si stavano verificando sulla linea, dovuti al malfunzionamento del sistema frenante d’emergenza". La riparazione di questo presunto malfunzionamento "avrebbe necessitato di interventi più incisivi e radicali che avrebbero comportato il blocco della funivia". Di qui la decisione dei tre indagati di disattivare il freno d'emergenza affinché la cabina "potesse fare le sue corse senza problemi". Sempre secondo Olimpia Bossi i tre avrebbero confidato "nella buona sorte" credendo che mai si sarebbe potuto verificare un guato alla fune d'acciaio.

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Luigi Nerini, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini sono indagati, in concorso, per omicidio colposo plurimo, disastro colposo e rimozione degli strumenti atti a prevenire gli infortuni aggravato dal disastro e lesioni gravissime. Secondo la Procura di Verbania non ci sono dubbi che i tre fossero stati a conoscenza di un malfunzionamento al sistema frenante di sicurezza che talvolta aveva bloccato la corsa delle cabine. Per questa ragione erano stati fatti intervenire in almeno due occasioni – l'ultima delle quali il 3 maggio – i tecnici della società Leitner di Vipiteno, responsabile della manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto, che tuttavia non erano riusciti a risolvere definitivamente il problema. Particolare importante: tra i dipendenti della Leitner figurerebbe anche Tadini, responsabile operativo anche della funivia.

Trovato il secondo "forchettone" utilizzato per disattivare il freno d'emergenza

Perocchio, Tadini e Nerini avevano deciso di "bypassare" gli inconvenienti tecnici dell'impianto installando un dispositivo, un cosiddetto "forchettone", per disabilitare i freni di emergenza. Il secondo di questi pezzi è stato trovato questa mattina nella zona dell'incidente che domenica ha causato la morte di quattordici persone, tra cui due bambini.  Per il Procuratore Bossi non è escluso che la manomissione fosse stata nota anche ad altri, oltre ai tre indagati: "Credo che l'impianto, gestito dalla società, abbia plurimi dipendenti. Verificheremo se anche il personale sapeva, il che non significa che fosse una loro decisione". Di certo, comunque, la decisione di disattivare il freno d’emergenza è stata condivisa e non  limitata al giorno dell’incidente.

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