Funerali Sammy Basso, l’amico a Fanpage.it: “Mi ha insegnato a prendere la vita sempre con il sorriso”

Nicolò Gherardi, 20 anni, è tra le tantissime persone che hanno dato l’ultimo saluto a Sammy Basso, il ricercatore affetto da progeria morto pochi giorni fa. Gherardi, intervistato da Fanpage.it, ha ricordato l’incontro con Sammy, i momenti insieme, il suo esempio e l’impegno nello studio della malattia.
A cura di Eleonora Panseri
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Nicolò Gherardi, amico di Sammy Basso.
Nicolò Gherardi, amico di Sammy Basso.

Nicolò Gherardi, 20 anni, è tra le tantissime persone che oggi, venerdì 11 ottobre, si sono presentate ai funerali di Sammy Basso, il ricercatore di 28 anni affetto da progeria morto pochi giorni fa per un malore mentre stava trascorrendo una serata con gli amici.

Gherardi, intervistato da Fanpage.it, ha ricordato l'incontro con Sammy, i momenti insieme a lui ma, soprattutto, il suo esempio e l'impegno nello studio della malattia. Nel 2005 il 28enne aveva fondato l'Associazione Italiana Progeria (A.I.Pro.Sa.B.) per diffondere la consapevolezza e per promuovere la ricerca ed è qui che Nicolò aveva avuto modo di conoscerlo tanti anni fa.

Nicolò Gherardi, 20 anni, amico di Sammy Basso.
Nicolò Gherardi, 20 anni, amico di Sammy Basso.

"Ho conosciuto Sammy da piccolo, quando sono entrato a far parte della sperimentazione per la progeria. Mi ricordo che era venuto a Milano, si era presentato e mi aveva tirato in mezzo all'associazione e alla ricerca per la cura. Da allora sono passati 17 anni", ha ricordato il 20enne.

"Mi ha insegnato a prendere la vita sempre con il sorriso, nonostante le difficoltà, con il suo atteggiamento. Ed è una cosa che ho assimilato davvero tanto e fatto mia", ha aggiunto.

Sammy era biologo e ricercatore, come già detto, tutti lo ricordano per il contributo essenziale dato alla ricerca della malattia e per il suo impegno nel promuovere una maggiore consapevolezza sul tema. Un impegno che ha portato avanti con grande forza e mettendoci sempre la faccia, come ha spiegato anche il suo amico.

Sammy Basso
Sammy Basso

"Come diceva lui, essendo nato con questa malattia, ci si è trovato in mezzo e ha deciso di portare avanti gli studi in questo campo. Una cosa che ammiro di lui è che rappresentava una sorta di icona. Ci ha sempre messo la faccia, era il volto dell'A.I.Pro.Sa.B. in Italia e nel mondo. Ma anche a livello concreto, ha studiato e contribuito alla ricerca".

Nicolò proprio in questo vorrebbe seguire il suo esempio: "Non posso contribuire come biologo, perché sto studiando altro nella vita, ma vorrei diventare anche io un'immagine. Anche se non al suo livello perché nessuno potrà mai sostituirlo, essere ciò che era lui. Vorrei però rendere onore a quello che ha fatto e far conoscere la malattia a più persone per favorire la ricerca. È quello che spero".

L'amico di Sammy conclude il suo racconto con un ricordo: "I momenti più belli sono forse gli ultimi. Quando siamo andati a Boston insieme, in America, e abbiamo fatto una cena con le nostre famiglie e un altro ragazzo che è venuto qui oggi. È stato davvero molto bello".

Ha collaborato Chiara Daffini.

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