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Funerali doppi per Pino Daniele: perché questo rito può essere celebrato più volte

La celebrazione partenopea alle 19 nella chiesa di San Francesco di Paola. L’Arcidiocesi di Napoli: “Possibile celebrare due esequie, è un rito per accompagnare il defunto al cospetto di Dio.”
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Piazza del Plebiscito e la chiesa di San Francesco di Paola.
Piazza del Plebiscito e la chiesa di San Francesco di Paola.

A furor di popolo e dopo una lunga trattativa tra le ex mogli, i figli, i fratelli e gli altri familiari, anche Napoli avrà i “suoi” funerali di Pino Daniele. La celebrazione partenopea si svolgerà domani, 7 gennaio, alle 19 nella chiesa di San Francesco da Paola, in piazza Plebiscito, forse l’unico posto di Napoli capace di contenere le decine di migliaia di persone che sono attese per la funzione e che saranno costrette a restare fuori dalla chiesa, che, tra l’altro, ha una capacità abbastanza limitata rispetto a tante altre chiese di Napoli. I primi funerali si terranno domani, alle 12, nel santuario del Divino Amore, a Roma, città “di elezione” di Pino Daniele.

L’annuncio della famiglia Daniele di tenere funerali doppi ha scatenato la curiosità di molti. Certo, anche per Totò si tennero due funerali, ma si tratta di qualcosa di veramente inconsueto, che si vede solo in occasioni particolari. Inconsueto, ma non vietato dalle norme ecclesiastiche. “I funerali – spiega don Antonio Cannatelli, che cura l’ufficio del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti dell’Arcidiocesi di Napoli – sono celebrazioni che accompagnano un fratello defunto all’incontro col giudizio di Dio, invocando per la sua anima un suffragio. Poi, io spero che le preghiere non si esauriscano in tali funzioni.” A differenza del battesimo, della cresima o del matrimonio, che sono sacramenti e che possono essere impartiti solo una volta nella vita di ogni persona, il funerale non è altro che un rito per benedire il corpo del defunto e consentire alla comunità dei fedeli di prendere commiato da lui. Non c’è dubbio che la comunità di Napoli abbia tutto il diritto, sentendo “suo” Pino Daniele, di dare un giusto commiato al bluesman, alla pari, se non di più, dei romani. Con il rito delle esequie, “la Chiesa impetra il soccorso spirituale per i defunti e ne onora i corpi, e nello stesso tempo offre ai vivi il conforto della speranza” spiega il Catechismo.

Dopo la funzione napoletana, il corpo di Pino Daniele sarà cremato. Una pratica vietata nei secoli passati dalla Chiesa, ma consentita solo dal 1963: prima di quella data, erano negati i funerali cattolici a chi aveva dato disposizione di essere cremato. Il divieto resta ancora valido solo per “ quando consti che la cremazione sia stata scelta come negazione dei dogmi cristiani, o con animo settario, o per odio contro la religione cattolica e la Chiesa.”

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