Funerali di Viviana e Gioele, Daniele Mondello: “Non è finita qui: non credo alla Procura”
Nel Duomo di Messina i posti sono ancora contingentati e sono tutti pieni. I funerali di Viviana Parisi e Gioele Mondello si svolgono un anno e tre mesi dopo che i loro corpi sono stati trovati nelle campagne di Marina di Caronia, nel Messinese. Per la procura di Patti che ha indagato e per il giudice che ha chiuso il caso pochi giorni fa, si è trattato di un omicidio-suicidio. Prima Viviana avrebbe ucciso il piccolo Gioele e poi si sarebbe gettata giù da un traliccio. Una versione che Daniele Mondello, marito di lei e padre del bimbo, ha sempre respinto. Impensabile, per lui, che la deejay 43enne potesse fare del male al figlio di soli quattro anni. "Sono stati i cani", ribadisce a Fanpage.it poco prima dell'inizio delle esequie. "Io non mi fermerò mai, non è finita qua. Non credo a quello che dice la procura".
Il filo rosso dell'intera cerimonia è questo: la verità giudiziaria non è la sola verità del giallo di Caronia. Lo ribadisce padre Cleto D'Agostino dal pulpito della cattedrale peloritana, mentre parla di "facili sentenze" e di quanto Daniele Mondello sappia come lui la pensa. Lo dice con foga mentre attacca i giornalisti, rei di non riportare le sue parole. E aggiunge: "Una madre ha perso il suo bambino. Ma migliaia di bambini muoiono ogni anno, uccisi dall'aborto, e su questo nessuno indaga". "Questa non è la fine di tutto", continua don D'Agostino. Si riferisce alla vita dopo la morte, in cui ha fede chi è cristiano, ma forse parla anche della parte penale di questo caso, che probabilmente non si chiuderà qui.
Gli avvocati Pietro Venuti e Claudio Mondello denunciano ricerche effettuate male e giustificazioni ritenute inaccettabili. "Il corpo di Viviana era stato individuato da un drone dei vigili del fuoco già all'indomani della scomparsa – spiega Venuti – Ma quelle immagini sono state consegnate alla procura solo il 18 di agosto. Se il corpo di Viviana fosse stato trovato prima forse le cose sarebbero andate in modo diverso". Anche questo farà parte delle prossime puntate giudiziarie di un caso tutt'altro che chiuso.
Mariella Mondello, sorella di Daniele, li ringrazia dal pulpito della chiesta. Li definisce "avvocati coraggiosi". Poi dedica un passaggio a Giuseppe Di Bello, l'ex carabiniere in pensione che ha trovato i resti del piccolo Gioele il 19 agosto 2020, dopo solo mezza giornata di ricerche. C'è anche lui in chiesa, in seconda fila, proprio accanto ai parenti più stretti. Non vuole dire niente. "Oggi non parlo", dice mentre si avvicina a Denise Parisi, ancora scossa, all'esterno della chiesa. È alla sorella di Viviana che spetta il ricordo emozionato di mamma e figlio. "La stella più luminosa di tutte resta tra le tue braccia che lo hanno amato e protetto fino alla fine", dice. E aggiunge: "Il tuo amore squarcia il buio di ogni lurido pettegolezzo". Le mani le tremano mentre stringe un foglietto su cui è scritto il discorso che legge tra i singhiozzi. È magra, ha gli occhi gonfi, somiglia incredibilmente a sua sorella. Cita il vangelo di Matteo, un passaggio contro scribi e farisei: "Apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia".
Quando finisce di parlare per lei gli applausi sono scroscianti. Poi le due bare, quella marrone di Viviana e quella piccola e bianca, con Spiderman dipinto sopra, di Gioele, vengono portate a spalla all'esterno della chiesa. Sono accolte da un battito di mani commosso. Poco distante dal sagrato c'è lo striscione installato dal padre proprio nella piazza del Duomo. "Verità e giustizia per Viviana e Gioele", recita. I due carri funebri si allontanano uno dopo l'altro. Mamma e figlio potranno finalmente essere sepolti vicini.