Funerali di Francesca Deidda, a Elmas folla commossa per l’ultimo saluto. Il vescovo: “Amore non è possesso”
Oggi, sabato 11 gennaio, la comunità di Elmas, cittadina alle porte di Cagliari, ha dato l'ultimo saluto a Francesca Deidda, la 42enne uccisa nel maggio scorso dal marito Igor Sollai, 43 anni, reo confesso e attualmente detenuto nel carcere di Uta. Il 26 febbraio prossimo sarà processato con giudizio immediato.
Sia a Elmas, dove Deidda era nata e cresciuta, che a San Sperate, dove abitava, è stato proclamato per la giornata il lutto cittadino. Davanti all'oratorio della parrocchia di San Sebastiano, a Elmas, si è radunate una folla commossa e l'arrivo del feretro è stato accolto da un lungo applauso.
All'interno della Chiesa, in prima fila, c'erano i parenti di Francesca, con il fratello Andrea, gli amici e le colleghe di lavoro, che mesi fa avevano denunciato la scomparsa della 42enne. Presenti anche il padre di Sollai, diversi sindaci dell'area metropolitana di Cagliari e rappresentanti delle istituzioni regionali.
"L'affetto non è mai possesso e la persona non può essere trattata per nessuna ragione come un oggetto da prendere, possedere, scartare e distruggere. E ciò accade spesso. Mai possessività, dedizione, mai costrizione, disponibilità al sacrificio di sé, mai violenza personale. L'amore è vero, diciamolo forte. Proviamo a dirlo ai nostri ragazzi", ha detto il vescovo di Cagliari, monsignor Giuseppe Baturi, che ha officiato la celebrazione.
"Serve un patto educativo che metta al centro la persona e la sua attività, una sorta di alleanza per la vita, per i giovani e per l'amore. Certo, per vivere un amore così gratuito e rispettoso che è la sua verità – prosegue – tutto il resto è una deformazione dell'amore. Occorre una speranza, solo chi spera ama. Occorre una speranza infinita perché la vita eterna può comporre ogni cosa".
All'uscita della bara i presenti hanno rotto il silenzio con un altro lungo applauso, è seguito il lancio di palloncini.
La donna era scomparsa lo scorso 10 maggio da San Sperate e i suoi resti erano stati trovati il 18 luglio dentro un borsone, nascosto vicino a un ponte romano lungo la Statale 125, nel territorio di San Vito.
Negli ultimi mesi sono emersi dettagli sulla dinamica dell'omicidio dopo il deposito della relazione dell'autopsia. I medici legali, sulla base delle lesioni riscontrate sulle mani della donna, hanno confermato che Deidda ha cercato di difendersi dall'aggressione del marito. La 42enne è morta dopo aver ricevuto almeno 8 colpi di martello in testa.
Igor Sollai, dopo che per 6 mesi aveva negato il suo coinvolgimento nel delitto, il 22 novembre ha confessato l'omicidio durante un lungo interrogatorio. Il pubblico ministero Marco Cocco contesta anche l'aggravante della premeditazione.
Secondo l'accusa, il 43enne avrebbe ucciso la moglie per intascare il premio di un'assicurazione sulla vita che la coppia aveva sottoscritto anni prima, del valore di circa 100mila euro, e per ottenere la proprietà della casa. Da circa un anno l'uomo aveva una relazione extraconiugale e così avrebbe potuto rifarsi una vita con la nuova compagna.