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Funerali Casamonica, Luigi di Maio su Facebook: “Denunceremo Alfano e Marino”

Il vicepresidente della Camera attacca il ministro dell’Interno Angelino Alfano e il sindaco di Roma Ignazio Marino per lo scandalo dei funerali di Vittorio Casamoinica, celebrati in pompa magna a Roma lo scorso 20 agosto. “Non so voi, ma io ne ho piene le scatole di andare all’estero e sentire la parola “mafia” associata al buon nome dell’Italia” ha scritto Di Mario su Facebook.
A cura di An. Mar.
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"Il Movimento 5 Stelle denuncerà il ministro Angelino Alfano e il sindaco di Roma Ignazio Marino per chiedere loro il risarcimento per i danni di immagine, decoro e reputazione subiti dall'Italia a livello nazionale e internazionale dopo il funerale di Vittorio Casamonica, che poteva essere impedito". Lo ha scritto in un post su Facebook il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Tre giorni dopo lo scandalo dei funerali holliwoodiani del capo del gruppo criminale capitolino, salutato con carrozze, cavalli e il lancio di petali da un elicottero la polemica si è tutt'altro che esaurita e il Movimento Cinque Stelle torna all'attacco. "Non so voi, ma io ne ho piene le scatole di andare all'estero e sentire la parola "mafia" associata al buon nome dell'Italia" ha scritto Di Mario concludendo.  "La responsabilità è politica. Senza partiti corrotti, i mafiosi morirebbero di fame. L'onestà tornerà di moda". Il post fa seguito a un lungo post sul sito di Beppe Grillo in cui veniva annunciato la richiesta di risarcimento da parte del Movimento Cinque Stelle. "I milioni di euro di risarcimento che dovessero arrivare, li useremo per rifare le strade di Roma più danneggiate e tappare le buche che il sindaco non è stato in grado di rimettere a posto" si legge sul blog.

Il post fa seguito all'annuncio sul sito di Beppe Grillo della richiesta di risarcimento dove si legge un duro attacco all'esecutivo e all'Amministrazione della città capitolina per aver permesso, tra l'altro, il volo dell'elicottero che lanciava petali di rosa sui cieli romani. Il velivolo, come si è appreso nei giorni successivi, partiva dall'eliporto napoletano di Terzigno.  Il caso dei funerali del boss celebrati nella stessa chiesa che negò il rito funebre a Piergiorgio Welby ha fatto il giro del mondo, finendo anche sulle pagine della stampa estera

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