Fulvio Valbusa, l’ex campione olimpico ora parla ai lupi: tre si avvicinano durante l’intervista
Fulvio Valbusa vanta un medagliere olimpico denso di sudore e fatica: fondista sci di fondo per 20 anni, cinque olimpiadi, otto campionati del mondo fino all'età di 38 anni per poi decidere di ritornare "dove tutto ha avuto inizio" come spiega lui. Nella Lessinia veronese, un paesaggio fantastico nel vero senso della parola, perché la caratteristica dell'altipiano è quella di essere essenzialmente diversa da tutto quello che si è abituati a vedere in montagna. La Lessinia è un altro pianeta.
Un altro pianeta dove ormai da molti anni vivono uomini e lupi. "Il padre di tutti i lupi e Slavic", racconta Fulvio, "venuto qui dalla Slovenia molti anni fa percorrendo 1200 chilometri e trovando qui dell'ottima selvaggina e una compagna, Giulietta". Una lupa e l'abbondanza di cibo della Lessinia hanno convinto Slavic a fermarsi qui per figliare. Siamo già alla nona generazione. "Io li seguo, li studio, ci dialogo nel cuore della notte", racconta Fulvio, "fare i richiami durante il giorno non ha senso, bisogna aspettare che calino le tenebre".
Durante l'intervista con il campione olimpico siamo andati in un piccolo faggeto per cercare un luogo tranquillo dove scambiare due battute a telecamere accese. Parte il girato. Passano neanche cinque minuti e tre esemplari di lupo escono all'improvviso alla nostra destra. Quattro secondi al massimo e come ombre ritornano nella foresta. Maestosi, silenziosi. "Incredibile, non mi era mai capitato di vederli così da vicino per pura casualità. Sarà stato il rumore delle mucche d'alpeggio a poche centinaia di metri, sarà stato il forte vento che disperdeva la nostra voce, la morfologia dell'avvallamento. Vederli a meno di 20 metri è impensabile senza cercarli per ore".
"Un'impresa incredibile. Hai visto tu stesso, i lupi hanno paura dell'uomo, scappano quando ci vedono. Loro sono in cima alla catena alimentare ma sanno che l'uomo è il loro corrispettivo". Gli occhi di Fulvio Valbusa sono gli occhi di un lupo. Guarda le colline smussate della Lessinia, parla con la gente del posto. Ride, annota, scrive e fotografa la sua terra. Ora, c'è anche il suo nuovo libro edito da Fandango Libri: "Randagio". Un romanzo che parla di radici, di relazioni tra uomo e natura. "Slavic ha preso la mia anima è l'ha portata giù in un vortice di riflessioni e cambiamenti che girano attorno all'unica cosa certa che la Lessinia può regalarti: il sapore della neve, quello resterà sempre così".