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Fugge dal Portogallo il ‘killer del catamarano’: uccise una donna a colpi di machete

Filippo De Cristofaro è fuggito dal Portogallo, dove era stato arrestato alla sua seconda fuga dal carcere. È stato condannato all’ergastolo per aver ucciso a colpi di machete la skipper Annarita Curina. L’uomo uccise la 33enne per appropriarsi del suo catamarano e fuggire con l’amante 17enne, anche lei condannata per l’omicidio.
A cura di Angela Marino
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Filippo De Cristofaro, noto come ‘il killer del catamarano', è fuggito dal Portogallo. Deve scontare l'ergastolo per omicidio di Annarita Curina, 33 anni, uccisa il 10 giugno 1988 a colpi di machete. Pippo De Cristofaro risulta scomparso dall'ottobre scorso, quando era stato rimesso in libertà perché l'Autorità giudiziaria portoghese non aveva concesso l'estradizione. De Cristofaro era stato arrestato per possesso di documenti falsi in Portogallo, dove era latitante dopo la sua seconda evasione dal carcere dell'isola d'Elba ed era tornato libero per la decorrenza dei termini della pena.

La storia del delitto del catamarano

Mar Adriatico, acque aperte: il 28 giugno 1988, un'imbarcazione che pratica la pesca a strascico, a sette miglia al largo di Marzocca di Senigallia (Ancona), tira su qualcosa di molto pesante. È il cadavere di una donna di circa 30 anni, al quale è legata un’ancora di 17 chili. Vengono allertate immediatamente le autorità di Ancona che escludono subito che possa essersi trattato di un incidente: quella donna è stata uccisa e qualcuno ha tentato di disfarsi del suo corpo gettandolo in mare. Dieci giorni prima, Annarita Curina, 33 anni, divorziata con la passione per il mare che era diventata ormai una professione, era salpata per una gita con il suo catamarano Arks, acquistato in comproprietà con un'amica. Dieci metri, nuovo di zecca, era un autentico gioiello del mare. Annarita aveva deciso di partire per quel viaggio con i suoi amici i primi di giugno del 1988. Per una sventurata coincidenza, nessuno dei compagni di viaggio era riuscito a raggiungerla, ma coppia di turisti si era aggregata all'ultimo momento. Lui, Filippo De Cristofaro, trentenne ballerino italiano,  lei neanche maggiorenne, Diana Beyer, olandese, volevano fare un lungo viaggio in mare.

La fuga

I tre salpano, ma i noleggiatori hanno un solo scopo: quello di appropriarsi del catamarano. Il 10 giugno il caffè di Annarita verrà corretto con una dose di valium, un potente ansiolitico. Quando la skipper si addormenta andrà in scena il piano iniziale: l'omicidio. Sarà prima Diana a colpirla con un coltello, ma la mano insicura della ragazzina non può certo uccidere e così le subentra il suo compagno che infierisce su Annarita con un machete, una, due, tre volte, poi la getta in acqua. Preoccupato che possa essere ancora viva la tira su, zavorra il corpo con una pesante ancora e la rigetta in mare. A quel punto il nuovo skipper di bordo e la sua Lolita iniziano una disperata fuga per il Mediterraneo. Cambiano nome al nome al catamarano per sfuggire alle ricerche ma la scarsa esperienza di De Cristofaro si manifesta quasi subito: l'imbarcazione si incaglia in Tunisia. I due fuggono a cavallo attraverso il deserto, ma sulle loro teste pende un mandato di cattura internazionale che consente alla polizia tunisina di arrestarli.

Diana Beyer e Filippo De Cristofaro dopo l'arresto
Diana Beyer e Filippo De Cristofaro dopo l'arresto

Il killer e la sua ‘Lolita'

Quando inizia il processo e appare chiaro che le responsabilità maggiori ricadranno su De Cristofaro, l'avventuriero comincia a denigrare la ragazza. Emerge, raccontata da una stampa particolarmente interessata a quell'aspetto della vicenda, una storia da romanzo. I due si erano conosciuti quando ‘Pippo' aveva era 30 anni e lei solo 13 anni, in una scuola di danza che De Cristofaro aveva aperto a Rotterdam, in Olanda. Sedotta dal carisma di quell'uomo la ragazza aveva accettato di fuggire con lui, ma i genitori avevano presto interrotto la fuga e riportato a casa l'adolescente. I due si sarebbero ritrovati proprio nell'estate del 1988 quando progettarono di andare via per vivere liberamente la storia. L'occasione si presentò con l'opportunità del viaggio sull'Arx.

La condanna

Processata dal tribunale dei minori, il 17 dicembre 1988, Diana Beyer sarà condannata nel 1991, mentre a sei anni De Cristofaro all’ergastolo. Ma Pippo non voleva arrendersi a quella condanna è così, nel luglio 2007, durante un permesso premio, evase dal carcere di Opera (Milano), dove era stato recluso. La latitanza durò solo 30 giorni e De Cristofaro venne catturato il mese successivo ad Utrecht in Olanda dalla polizia olandese in collegamento con quella di Ancona. è evaso dal carcere di Porto Azzurro, sull'isola d'Elba. Nel 2014 la storia si ripete: De Cristofaro evade dal carcere di Porto Azzurro, sull'isola d'Elba, durante un permesso premio. Questa volta, però, la latitanza dura ben due anni. Il killer del catamarano verrà arrestato dopo 24 mesi. Le autorità italiane lo rintracciarono a Lisbona, dove viene arrestato nel maggio 2016, dalla polizia portoghese, per possesso di documenti falsi.

La figlia star tv

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Sullo sfondo di questa vicenda, nella vita del killer del catamarani, c'è un matrimonio riparatore con un'altra giovane olandese dalla quale era nata una figlia. Caroline De Cristofaro è nata in Olanda ma ha abitato sei anni a Milano, dove non è mai voluta tornare per l'eco della vicenda giudiziaria che interessava suo padre. Attrice, presentatrice e pr Caroline De Cristofaro, vive tra Utrecht e Amsterdam, ed è un volto noto della tv olandese. E apparsa nella soap opera italiana in onda su Canale 5 «Una famiglia particolare".  Nel 2007 De Cristofaro era stato catturato proprio in Olanda, dove si trovava per incontrare la figlia, oggi 42enne, e l’ex moglie Ria Maurits, a Utrecht.

Filippo De Cristofaro e Diana Beyer oggi
Filippo De Cristofaro e Diana Beyer oggi
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