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Frode sui componenti aerei dei Boeing: pericolose per sicurezza. Procura indaga su due società a Brindisi

L’ipotesi della Procura di Brindisi è attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in commercio ai danni di Leonardo e dell’americana Boeing. C’è anche un secondo filone che riguarda presunti reati ambientali.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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La Procura di Brindisi ha emesso l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di sette persone e di due società aerospaziali del posto, coinvolte – stando alle accuse – in un‘associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una pluralità di reati.

Due i filoni di indagine: il primo riguarda l'ipotesi di attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in commercio, in forma associativa da parte degli amministratori delle due aziende brindisine, ai danni di Leonardo e dell’americana Boeing, società leader mondiali nella produzione di aeromobili per scopi civili e militari.

Nello specifico, le aziende in questione avrebbero fornito materiali non a norma a Leonardo-Aerostrutture per la produzione delle sezioni 44 e 46 del Boeing 787 Dreamliner. Ciò ha comportato – secondo la magistratura – la produzione di componenti aeree con caratteristiche di resistenza statica e allo stress notevolmente inferiori, con conseguenze sulla sicurezza del trasporto.

Per la realizzazione di componentistica, anche strutturale, dei velivoli sarebbe stato usato titanio commercialmente puro invece della prescritta lega di titanio; inoltre, le leghe di alluminio utilizzate sarebbero risultate diverse da quelle previste. Le società avrebbero così goduto di un importante risparmio economico derivante dal mancato acquisto delle materie prime.

Un secondo filone investigativo ha riguardato la presunta commissione, da parte delle stesse aziende, di reati ambientali. Gli inquirenti hanno accertato lo sversamento in alcuni terreni della zona industriale locale di sostanze inquinanti derivanti dai processi chimici di trattamento delle superfici e dalla lavorazione meccanica dei metalli.

L'indagine, curata dalla Squadra Mobile della Questura di Brindisi, ha portato al sequestro di 35 cisterne contenenti ciascuna 1.000 litri di rifiuti pericolosi. È stato inoltre accertato lo sversamento di altri rifiuti speciali pericolosi contenuti in oltre dieci cisterne rinvenute vuote.

L'inchiesta era stata avviata dopo una precedente indagine terminata nel 2021, che aveva portato al sequestro dei compendi aziendali delle due società per fatti di bancarotta, a tre arresti e alla denuncia di altri quattro indagati.

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