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Frode da 114 mln coi giocattoli: domiciliari a titolari di “Mister Toys”

Blitz della Guardia di Finanza ai danni della famiglia Cataneo, titolari del noto marchio di giocattoli. Per gli inquirenti importavano merce dalla Cina, senza passare dalla dogana, utilizzando società appositamente create in vari Paesi europei poi fatte fallire.
A cura di B. C.
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Un profitto di reato pari a 114 milioni di euro, prodotti importati illecitamente dalla Cina, frode fiscale, bancarotta fraudolenta. E' questo il resoconto dell’operazione “Mister Toys”, dal nome del marchio di giocattoli e prodotti per l’infanzia fortemente pubblicizzato, coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica  di Santa Maria Capua Vetere e condotta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Capua. L'indagine ha portato i titolari Mauro e Luigi Cataneo agli arresti domiciliari con l'accuso di aver frodato allo stato 114 milioni. Per gli inquirenti importavano giocattoli dalla Cina, senza passare dalla Dogana, utilizzando società appositamente create in varie nazioni europee e poi fatte fallire. I paesi strategicamente scelti come “intermediari” tra la Cina e l’Italia erano la Slovenia (Capodistria) Austria, Gran Bretagna e Belgio, già allora (nel 2011) appartenenti all’UE.

Secondo l'accusa, i giocattoli venivano senza passare per il circuito commerciale ordinario per non pagare Iva, utilizzando il sistema delle frodi "carosello", cioé fatture false tra aziende.  Così facendo il gruppo “Mister Toys” sarebbe riuscito a vendere le merci ad un prezzo talmente competitivo da sbaragliare completamente la concorrenza. L'indagine era partita da un grosso incendio che si è sviluppato nel deposito Mister Toys di Capua del luglio 2008, spiega il procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere, Luigi Gay, "e in quell'incendio i titolari dissero che erano andati in fumo tutti i documenti di trasporto. In questo modo si è invece impedito di far rintracciare alla Guardia di finanza i documenti che testimoniavano la commercializzazione illecita dei prodotti". Nell'indagini sono coinvolte anche 37 le società. Tra di loro ci sono le ditte individuali Unistore Corporation di Armando Paciello, la Jolly Service di Giuseppe Italiano e la General Store rsl.

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