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Frassilongo, trovata morta la pastora Agitu Gudeta: “Ferite sul corpo, probabile omicidio”

Agitu Gudeta, pastora etiope di 42 anni che da tempo viveva in Italia, dove era diventata simbolo di integrazione, è stata trovata morta nella sua casa in valle dei Mocheni. Stando alle prime informazioni, si tratterebbe di un omicidio. Sul corpo della donna, rinvenuto senza vita sul pavimento della sua abitazione, sarebbero infatti state trovate alcune lesioni.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine da Facebook.
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Tragedia in Trentino, dove Agitu Gudeta, pastora etiope di 42 anni che da tempo viveva in Italia, dove era diventata simbolo di integrazione, è stata trovata morta nella sua casa in valle dei Mocheni, dove aveva avviato un'azienda agricola, la Capra Felice, a Frassilongo. Stando alle prime informazioni, si tratterebbe di un omicidio, ma al momento tutte le piste sono aperte. Sul corpo della donna, rinvenuto senza vita sul pavimento della sua abitazione, sarebbero infatti state trovate alcune lesioni. I carabinieri sono sul posto assieme al magistrato in attesa del medico legale, che potrà chiarire le cause del decesso una volta effettuato un primo esame sul corpo della quarantaduenne.

Chi era Agitu Gudeta

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Indagini sono in corso: il dramma si sarebbe consumato nel tardo pomeriggio di oggi, martedì 29 dicembre. L'allarme è stato lanciato intorno alle 17:30. Agitu era arrivata in Trentino nel 2010 dopo essere scappata dalle violenze e dagli scontri in Etiopia e dopo aver ricevuto diverse minacce dal governo. Ha lavorato prima in un bar per poi darsi all'allevamento delle capre.

Le minacce a sfondo razziale e la condanna di un 54enne

Circa due anni fa, nel 2018, Agitu aveva ricevuto minacce a sfondo razziale e lo scorso mese di gennaio l'autore, un 54enne residente a Frassilongo e vicino di casa della donna, era stato condannato a 9 mesi per lesioni dal tribunale di Trento ma non per stalking finalizzato alla discriminazione razziale, come chiedeva l'accusa, oltre a una multa di 50 euro e un risarcimento danni di 2.000 euro, più 3.500 euro di spese legali, con eventuale sospensione condizionale della pena legata alla rifusione effettiva del danno. L'uomo era accusato di aver preso di mira la 42enne con un'escalation di insulti, frasi razziste e minacce contro di lei e contro i suoi animali, culminati in un'aggressione fisica documentata con lo smartphone, che l'allevatrice denunciò nell'estate del 2018 ai carabinieri e a seguito della quale scattò la misura degli arresti domiciliari, commutati dopo 7 mesi in un divieto di avvicinamento. Accuse che però lui ha sempre respinto.

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