Franco Battiato, Milo piange il Maestro: “La sua musica immensa mi ha salvato”
"Era un uomo buono e, soprattutto, generoso". Da Villa Grazia, a Praina, frazione del Comune di Milo, escono alla spicciolata uno o due alla volta. Sono gli amici di Franco Battiato, venuti nella casa rosa che guarda il mare per salutarlo. Intorno alle cinque del mattino, il Maestro se n'è andato circondato dai suoi familiari. La malattia lo accompagnava da anni. Il cancelletto dell'ingresso della casa è stato ridipinto, ma chi lo varcava per andare a trovare Battiato, in qualità di amico ultratrentennale, lo ricorda con le scritte degli ammiratori. Messaggi lasciati come nella bottiglia, l'ammirazione e l'affetto di chi l'ha sempre ascoltato. Stranizza d'amuri.
Poggiato su un muretto che guarda il portone c'è un uomo con un cellulare in mano. Prima ascolta "Io chi sono?", poi "La cura". Ha portato un giglio bianco che è stato messo sulla porta e che, come altri fiori, è stato portato via da una mano che apre uno spiraglio e tira dentro i doni di chi non può entrare. Ci sono il fratello Michele, la nipote e i due figli di lei, ancora bambini, che si rincorrono nel giardino. Con i giornalisti, tutti asserragliati fuori dalla villa che era quasi un eremitaggio, non parla nessuno. Alcuni cittadini che vorrebbero fermarsi, passano in auto, mandano un bacio da dietro ai finestrini e poi continuano dritto, intimoriti dalle telecamere.
I funerali si terranno domani, saranno privati, all'interno della casa. Poi la salma sarà seppellita a Riposto, accanto alla signora Grazia, che dà il nome alla villa e che di Franco Battiato è stata la mamma. "Lui mi ha cambiato la vita. La sua musica mi ha salvato in tanti momenti di sconforto, quando ero più giovane", dice l'uomo con la voce spezzata. "Gli sono legato per motivi molto personali – aggiunge un altro – Sono un semplice fan, ma lo ringrazio per tutto quello che ha dato al mondo, da siciliano come noi". "Noi siamo cresciuti insieme – raccontano due coniugi – C'eravamo quarant'anni fa, al primo concerto in un campetto da calcio in un paese più giù". Non lo conoscevano direttamente, ma era praticamente uno di famiglia. Non lo conoscevano neanche quelli che da tutto il giorno telefonano in municipio per sapere se la notizia è vera: anche dalla Germania e dalla Gran Bretagna.
È il senso del dolore di molti. Il Comune di Milo pensa già a un'intitolazione: una strada, una piazza, si spera qualcosa di più. A Riposto, parte della vecchia Jonia che gli ha dato i natali, risuonano le parole con le quali Battiato la fotografava. Per ricordarlo il circolo Arci di Catania ha lanciato l'iniziativa "Voglio vederti ancora danzare". "La musica di Franco Battiato dalle finestre delle città – si legge nella presentazione dell'appuntamento – Alziamo il volume dello stereo e degli smartphone, mettiamo al massimo gli amplificatori della poesia e accendiamo contemporaneamente la musica del Maestro Franco Battiato. Facciamo viaggiare in cielo le sue note, le sue parole". Un viaggio breve, perché quelle canzoni tanto in alto c'erano già.