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Francia, dalla Cassazione no all’estradizione di 10 terroristi italiani

la Cassazione francese ha rifiutato la richiesta avanzata dal governo italiano per l’estradizione di 10 ex terroristi italiani che da anni vivono fuori dall’Italia.
A cura di Gabriella Mazzeo
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La Corte di Cassazione francese ha detto no all'estradizione di dieci terroristi italiani che si erano rifugiati nel Paese. La richiesta di estradizione era stata avanzata dal governo italiano e appoggiato da quello francese. Del gruppo di terroristi fanno parte Giorgio Pietrostefani, ex dirigente di Lotta continua condannato per l'omicidio del commissario Luigi Calabresi avvenuto il 17 maggio del 1972; Marina Petrella e Roberta Cappelli (ex Brigate rosse), Giovanni Alimonti (67 anni), Enzo Calvitti (68 anni), Maurizio Di Marzio (62 anni), Sergio Tornaghi (65 anni), Narciso Manenti (65 anni), Luigi Bergamin, oggi 74enne e Raffaele Ventura, di 73 anni.

I 10 terroristi e l'arresto in Francia

I dieci italiani sono stati arrestati circa 2 anni fa in Francia durante un'operazione di polizia chiamata "Ombre rosse". Il gruppo è stato però subito rilasciato e il governo di Roma continua a richiederne l'estradizione, già negata dalla Corte d'Appello di Parigi e ora respinta anche dalla Cassazione.

Il gruppo arrivò in Francia molti anni fa, secondo Roma per sfuggire alla giustizia. Pietrostefani, per esempio, andò in Francia alla vigilia dell'ultimo verdetto per l'omicidio di Calabresi, mentre Adriano Sofri e Ovidio Bompressi vennero condannati. Entrambi (come Pietrostefani) si dichiaravano innocenti.

Insieme al dirigente di Lotta Continua, la Francia ha negato l'estradizione per altre 9 persone della lista. Tra queste, 6 fecero parte delle Brigate Rosse e due risultano condannate all'ergastolo. Marina Petrella e Roberta Cappelli sono state condannate per l'omicidio del generale Enrico Galvaligi, ucciso il 31 dicembre del 1980. Petrella fu arrestata nel 2008 a Parigi e i giudici francesi stavano per estradarla quando l'allora presidente Sarkozy decise di non riconsegnarla all'Italia in considerazione delle sue condizioni di salute.

Cappelli è ritenuta responsabile del delitto Galvaligi e dell'omicidio dell'agente di polizia Michele Granato. Tra i reati addebitati a lei e a Petrella, vi è anche il ferimento del vice-questore della Digos di Roma Nicola Simone. Per lo stesso attentato fu ritenuto responsabile anche Giovanni Alimonti, che in Italia dovrebbe scontare 11 anni e mezzo di prigione. Delle Br hanno fatto parte anche Enzo Calvitti, condannato a 18 anni di reclusione per associazione sovversiva, banda armata e associazione con finalità di terrorismo; Maurizio Di Marzio, la cui pena (ormai prescritta) era di 5 anni e nove mesi e Sergio Tornaghi.

Gli altri 3 nomi della lista sono Narciso Manenti, condannato per l'omicidio dell'appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri per Guerriglia Proletaria,Luigi Bergamin, oggi 74enne e Raffaele Ventura, militante delle Formazioni comuniste combattenti condannato a 24 anni e 4 mesi per l'omicidio del brigadiere di polizia Antonio Custra.

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