Francesco Schettino torna a Meta. Il Gip: “Reiterazione di reato” (VIDEO)
Schettino ai domiciliari
Il comandante della Costa Concordia torna a Meta.
Francesco Schettino è tornato a casa, a Meta di Sorrento, dove si trova agli arresti domiciliari. La posizione del comandante che venerdì 13 gennaio era al timone della Costa Concordia, tragicamente naufragata, è oggetto di fervente discussione, viste le accuse per le quali sarà processato: omicidio colposo, naufragio e abbandono di nave. Il paese è diviso, ma ha fatto discutere la posizione dell'assessore al Bilancio del comune di Meta, Giuseppe Tito, che aveva parlato così di Schettino: "E' un eroe, ha salvato 4200 persone anche se i giornali l'hanno già condannato". Sugli arresti domiciliari si dividono anche le opinioni del Gip Valeria Montesarchio e della procura di Grosseto. Per il primo, infatti, Schettino non potrebbe inquinare le prove, in gran parte già acquisite e analizzate, ma gli arresti domiciliari sono atto dovuto per il rischio di reiterazione di reato. Al contrario, la procura di Grosseto pensa che il comandante possa fuggire. I pm hanno sottolineato più volte una dichiarazione di Schettino ritenuta importante: il comandante avrebbe riferito di voler cambiare vita e di non voler mai più mettere piede su una nave.
Schettino non si rende conto di quello che ha fatto
Il Gip di Grosseto, Valeria Montesarchio, ha definito Francesco Schettino "imprudente, incapace e sconsiderato". Il comandante a timone della nave da crociera Costa Concordia, tragicamente naufragata venerdì scorso, è agli arresti domiciliari. Il Gip ha consegnato otto pagine di accuse nei confronti del comandante, reo di aver seguito una condotta sbagliata "nella sconsiderata manovra di eccessivo avvicinamento all'Isola, nella fase dell'impatto con il sottovalutare il danno prodotto nella parte vitale della Costa Concordia e nella fase immediatamente successiva all'impatto, con il ritardo dei segnali di allarme e comunque di segnalazione alle autorità costiere dell'effettiva situazione in cui si trovava la nave".
Nel testo, un passaggio relativo all'abbandono della nave: "Alle 22.58, il comandante ordinava l'abbandono della nave, che comunicava alle autorità costiere, ma durante le operazioni lasciava la nave quando a bordo vi erano ancora almeno un centinaio di persone". Secondo il Gip, Schettino potrebbe commettere altri reati di questo genere, non legati, ovviamente, al contesto navale, bensì in ogni altra situazione. Il giudice per le indagini preliminare pensa, infine, che la reiterazione di reato possa avvenire anche perché Schettino non si rende ancora conto di quello che ha fatto. Nell'interrogatorio, infatti, avrebbe affermato più volte di ritenersi "un bravo comandante".