Francesca, l’unica donna in Italia a creare fisarmoniche a mano: “L’Italia si affidi a noi artigiani”
È cresciuta dentro alla bottega del padre apprendendo, giorno dopo giorno, la sensibile e delicata arte della costruzione delle fisarmoniche: dal primo all'ultimo pezzo, vite dopo vite, legnetto dopo legnetto, incastro dopo incastro. Francesca Gallo è un'artigiana, un'artista, appassionata di storia, musicista, scrittrice, attrice e la lista potrebbe allungarsi ancora per molto. Lei però, preferisce essere inserita nella categoria degli artigiani: "quelle persone che hanno fatto dell'intelligenza delle proprie mani una professione per raccontare il territorio in cui vivono", spiega Francesca.ù
Da dieci anni costruisce fisarmoniche nella sua bottega di Treviso ereditata dal padre dopo molti anni di attività. Il marchio Galliano la precede in fama e raffinatezza, per quanti non s'intendano del settore. La sua bottega odora di legno, di metallo, luccica grazie alle migliaia di viti e micro-bulloni perfettamente custoditi in barattolini di vetro lungo la parete del laboratorio. Stelle appese al muro che finiscono per incastrarsi dolcemente su quegli attrezzi rudimentali, cacciaviti, avvitatori, scalpelli, morse, fermi e in attesa che un artigiano, Francesca Gallo, sia capace di dargli vita.
"La continuità di una bottega artigiana", spiega Francesca, "si fonda sulla capacità o meno di tramandare alle nuove generazioni la destrezza e l'intelligenza della mani. Si dice spesso, mi affido nelle tue mani, quando siamo in difficoltà. Ecco, è analogo il processo secondo cui resta in vita una bottega quando racconta il proprio territorio e le proprie tradizioni tramandando l'utilizzo delle mani". L'artigiano non ha scampo dalla sua terra, "l'industria può andare via se le circostanze sono avverse, un artigiano invece non può farlo perché i suoi manufatti sono legati alla territorialità".
Il mondo dell'artigianato italiano è secondo Francesca un "noi" che rende unico lo Stivale: "siamo un insieme di individualità professionali che ognuna per sé, ma unite dagli stessi procedimenti di creazione del manufatto, creano l'unicità della nostra nazione. Noi, Italia, dobbiamo ritornare lì. A sviluppare l'intelligenza delle nostre mani e ad avere un amore così profondo per i nostri territori da rendere questo Paese unico".