Francesca Deidda, l’avvocato del fratello: “Continua a chiedersi perché Sollai l’ha uccisa, vuole la verità”
"Andrea sta male, è lui che mi ha mandato la foto dove è insieme a Francesca durante un Natale di tanti anni fa. Mi ha scritto ringraziandomi per quello che sto facendo e mi ha detto che nel periodo delle feste ha sentito il peso di quanto successo che lo ha catapultato bruscamente nella dura realtà".
A parlare a Fanpage.it è Gianfranco Piscitelli, presidente di Penelope Sardegna e avvocato del fratello di Francesca Deidda, la 42enne scomparsa il 10 maggio scorso da San Sperate, nel Cagliaritano, i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.
A ucciderla è stato il marito, Igor Sollai, 43 anni. L'uomo, dopo aver negato per 6 mesi il suo coinvolgimento nel delitto, a novembre ha confessato di aver ucciso la donna colpendola ripetutamente con un martello. Ora si trova in carcere ed è accusato di omicidio volontario premeditato aggravato, occultamento di cadavere e sostituzione di persona.
"Ad Andrea ho chiesto se per il 25 dicembre voleva che scrivessi un post a riguardo e lui mi ha risposto: ‘Sì, voglio che ne parli perché è giusto che anche in questi giorni si ricordino di ciò che è stato fatto a mia sorella‘ – ha aggiunto il legale che su Facebook ha scritto un lungo messaggio che inizia così: "Per Andrea Deidda oggi non è Natale".
"Nei giorni scorsi mi ha chiesto di vedere gli esiti dell'esame antropologico forense per incominciare a metabolizzare il tutto. Lui si chiede ‘Perché?', perché quest'uomo, prima fidanzato e poi marito della sorella più grande, che per lui era come un fratello maggiore, ha fatto una cosa così orribile", ha detto ancora Piscitelli.
La 42enne e il marito, infatti, stavano insieme da più di vent'anni. Sollai ha negato di aver premeditato il delitto e ha sostenuto di aver ucciso Deidda durante una lite. Una versione che, tuttavia, secondo il legale, non coinciderebbe con quanto ritrovato sulla scena del delitto.
"Noi vogliamo la verità, la confessione resa dall'indagato è stata soltanto un'ammissione di ciò che, emerso dalle indagini, era oramai già in possesso degli inquirenti. – ha spiegato – Francesca è stata uccisa in una maniera indegna, villipesa e oltraggiata sino alla fine. Io ero presente all'autopsia ed ai sopralluoghi sulla scena del crimine, l'ho vista, come ho anche visto le risultanze investigative. Noi non crediamo nel delitto d'impeto e mi batterò su questo punto".
Anche la Procura, infatti, non crede alla versione fornita da Sollai. Sono diversi gli elementi raccolti che confermerebbero la premeditazione, dalle piante rinvenute sul luogo del ritrovamento del corpo acquistate con la carta di credito del 43enne, alle ricerche su internet fatte dall'uomo su come far sparire il cadavere.
"Ora attendiamo che Sollai venga rinviato a giudizio. – conclude l'avvocato Piscitelli – Il 5 gennaio dovrebbero scadere i termini per la richiesta del giudizio dell'immediato, se invece il pm dovesse decidere per il deposito degli atti ex art. 416bis, scatteranno altri 6 mesi. Ma penso che ci sia l'intenzione di chiudere le indagini il prima possibile".