Francesca Amadori licenziata in tronco dall’azienda del nonno: era responsabile comunicazione
Francesca Amadori, nipote del fondatore di una delle maggiori aziende agroalimentari italiane, specializzata nel settore avicolo, è stata licenziata in tronco. La notizia, in un paese in cui il nepotismo è una consuetudine, è di quelle che fanno scalpore e a darla è stato Il Resto del Carlino, secondo cui alla donna due giorni fa è stato consegnato l’avviso dell’interruzione con effetto immediato del rapporto di lavoro.
Francesca Amadori era la responsabile della comunicazione del gruppo. Stando a quanto riferisce il quotidiano romagnolo, da tempo in azienda le acque erano agitate e martedì il consorzio operativo Gesco del gruppo Amadori ha comunicati alla donna la conclusione del rapporto lavorativo "per motivazioni coerenti e rispettose dei principi e delle regole aziendali", specificando che "tali regole sono valide per tutti i dipendenti senza distinzione alcuna". Le ragioni ufficiali del licenziamento non sono ancora state rese note, e forse non lo saranno mai.
A seguito del licenziamento di Francesca è stata convocata immediatamente l'assemblea dei soci di Romagna Iniziative, consorzio che raggruppa le principali realtà industriali romagnole. Dopo aver spiegato la situazione, i soci hanno ringraziato la donna per il suo ruolo, chiedendole di rimanere al suo posto. Da tempo circolavano voci su rapporti professionali non idilliaci tra Francesca Amadori e il gruppo di cui suo padre è attualmente presidente. Amadori, tuttavia, non è nuova a vicende che investono anche pezzi di famiglia. Nel 1998, ad esempio, vi fu la separazione fra i due fratelli: Fravio acquisì il "timone" mentre Arnaldo se ne andò incassando una quarantina di miliardi di lire per trasferirsi prima in Tanzania e poi in Brasile, dove cinque anni fa è morto. Nel 2014 un altro scossone: Germano Lucchi, amico e socio storico dei fratelli Amadori, uscì dall'azienda. Stavolta il terzo "terremoto", con il licenziamento di Francesca Amadori.