Francesca Amadori dopo il licenziamento dall’azienda del nonno: “Farò causa”
Francesca Amadori non ci sta e alla notizia del licenziamento dall'azienda fondata dal nonno Francesco e ora diretta dal padre Flavio risponde annunciando una possibile causa. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera infatti la 45enne, che fino a qualche giorno fa era la responsabile comunicazione del gruppo Amadori, si sarebbe detta pronta a valutare le "iniziative più opportune per opporsi al provvedimento".
Una carriera la sua, iniziata quasi vent'anni fa con una prima esperienza lavorativa nelle Risorse Umane di Ikea Italia, poi proseguita nella sede australiana del colosso svedese, prima di tornare in Italia e mettere al servizio dell'azienda di famiglia l'esperienza accumulata altrove. E così dopo alcuni anni a occuparsi della selezione del personale è passato al reparto Comunicazione del quale è diventata responsabile in pochissimo tempo. Poi alcune incomprensioni lavorative e personali, pare, col padre, attuale presidente di Amadori, e la notizia del licenziamento in tronco di cui è stata diffusa la notizia ieri dal Resto del Carlino. Una doccia fredda per Francesca Amadori che non ha voluto spiegare quali siano gli screzi che hanno dato via allo scontro col padre ma che fatica a comprendere la decisione: "Non credevo si arrivasse al licenziamento – spiega la donna – dopo 18 anni di attività lavorativa nel gruppo di famiglia in cui ho sempre operato in maniera eticamente corretta e nell’interesse dell’azienda".
Il sentimento di attaccamento all'azienda di Cesena fondata dal nonno Francesco, diventato col tempo anche volto di Amadori in ambito pubblicitario, non sembra essere bastato a chi ha deciso di licenziarla spiegando che "le regole aziendali sono valide per tutti i dipendenti, senza distinzione alcuna". A questo punto sarà un giudice a fare chiarezza sulla vicenda a stabilire quale sarà il futuro della 45enne che conclude: "Sto valutando le iniziative più opportune per oppormi a un provvedimento che ritengo ingiusto e illegittimo e che non riguarda la violazione di alcuna regola aziendale, trovando al contrario fondamento in altre logiche che dovranno essere appurate, appunto, nelle opportune sedi".