Se certa destra e la narrazione dei suoi leader è lo spinterogeno del fascismo di ritorno allo stesso modo il concime è questa codardia (o forse collusione) travestita da timidezza che oggi, passato il giorno dell'allarme e dell'indignazione, ancora ammanta certi commenti della stampa, della televisione e della politica.
Ci sono gli impuniti, violenti per paradigma e perché esistono solo nella guerra tra chi sbava più forte: Salvini, Casapound, Forza Nuova insieme a Libero, Il Giornale e trasmissione televisive come Quinta Colonna da anni ormai costruiscono le proprie narrazioni su numeri inesatti, su notizie false e su una mercificazione della paura che continuerà a fare presa finché l'ignoranza (anche quella del "io ho diritto di pensarla così" senza nessun riscontro reale dei fatti portati a supporto) sarà così terribilmente di moda. Questi fanno parte dello schieramento conclamato, quello più facile da contrastare se si avesse il coraggio di uscire dagli slogan e di controbattere con la cultura, l'informazione e la storia. Sia chiaro: non sono per questo meno pericolosi ma nella nostra Costituzione e nel nostro ordinamento giuridico ci sono già tutti i mezzi per contrastarli: mettere fuori legge i partiti neofascisti e cominciare a indagare sull'incitamento all'odio razziale ad esempio sarebbe già un buon inizio.
Poi ci sono gli altri, seminascosti, dalla faccia pulita, ancora più velenosi perché camuffati: sono quelli che oggi condannano i fatti di Macerata aggiungendoci un "ma"; sono quelli che insistono sulla follia dell'attentatore pistolero come se fosse una cellula impazzita piuttosto che il naturale sbocco di un buio sistematico e generalizzato; sono quelli che dicono di non volersi esprimere per "non strumentalizzare" e intanto lasciano impunito l'assassino e lasciano sole l vittime; sono quelli che ancora oggi continuano ad avere le penne (e le bocche) bloccate, incapaci di scrivere "fascismo", "razzismo", chiamando le cose con il loro nome; sono quelli che anche oggi un po' dappertutto usano quella povera ragazza maciullata per giustificare Luca Trani cadendo nella legge del taglione (anch'essa fascista per cultura e concezione); sono quelli che a colori invertiti (un nero che spara contro i bianchi) oggi ci riempirebbero di editoriali allarmisti, allarmati e terroristici; sono quelli che per ore non sono riusciti a scrivere i nomi delle vittime (che hanno dei nomi, sì, Jennifer Odion, Mahamadou Toure, Wilson Kofi, Festus Omagbon, Gideon Azek, Omar Fadera); sono quelli che ancora non hanno capito che il contrario di fascismo è la democrazia e che non esistono sfumature su questo. Non si può essere moderatamente democratici, no. O lo si è o non lo si è.
Ed è la terra di mezzo, dove stanno i cretini che convergono con il fascismo per viltà, che ha permesso lo sdoganamento del fascismo di ritorno: sono loro a cui chiedere una volta per tutte una chiara presa di posizione, una precisa scelta di parte, un parteggiare che sia chiaro e convinto (che colui che parteggia poi in italiano si dica partigiano non è certo un caso). La legge dello Stato ha messo nello stesso carcere Luca Traini e Innocent Oseghale (il nigeriano accusato dell'omicidio di Pamela Mastropietro). Quella è la loro parte: sono terribilmente uguali. L'altra parte è quella del rispetto e della legge. Fuori.