Foggia, medici aggrediti dai parenti della paziente morta: “Attimi di terrore, abbiamo avuto paura di morire”
"Abbiamo anche avuto paura di morire. Quella sera abbiamo rischiato la vita”. Sono le parole di medici e infermieri in servizio presso il Policlinico Riuniti di Foggia, colpiti qualche giorno fa dalla violenta aggressione subita dai familiari della 23enne Natasha Pugliese, la giovane morta a seguito di un intervento chirurgico per un incidente subito lo scorso giugno a Cerignola.
Il personale sanitario per sfuggire alla furia di amici e parenti della ragazza è stato costretto a chiudersi in una stanza del plesso operatorio del nosocomio foggiano, bloccando poi la porta con il mobilio presente. Nel filmato appare vivida la disperazione dei presenti per quanto sta accadendo.
Stando a quanto accertato almeno tre medici sono rimasti feriti nella colluttazione, di cui una dottoressa che ha subìto la frattura di una mano rimasta schiacciata in una porta. La donna non ha voluto rilasciare commenti. Lo ha fatto un suo collega con un evidente ematoma sull’occhio destro: ferita causata dai pugni ricevuti dagli aggressori.
Siamo – ha detto- ancora molto spaventati. Quella notte è stata davvero brutta. Erano in tanti. Abbiamo avuto molta paura, anche di morire. È stato davvero brutto. Solo a ricordarlo ci torna la paura. Per tutti noi non è certo un bel momento".
Sull'accaduto è stata aperta una inchiesta. Ieri si è tenuto un vertice in prefettura con il sottosegretario Gemmato, mentre i sindacati dei medici annunciano proteste se non verrà aumentata la sicurezza negli ospedali.
Il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Foggia comunica l’intenzione di costituirsi parte civile “nel giudizio che vedrà imputati coloro che – viene spiegato – hanno aggredito medici, specializzandi e addirittura uno studente del Policlinico Riuniti di Foggia, sfondando le porte della sala operatoria alla fine di un intervento chirurgico”.