Foggia, appello su Facebook per trovare un donatore ma è troppo tardi: Adolfo muore a 38 anni
Una vera e propria corsa contro il tempo, combattuta a suon di post su Facebook e di solidarietà, non è riuscita a tenere in vita Adolfo Terner, avvocato 38enne di Foggia, morto lo scorso venerdì dopo aver combattuto per mesi contro una forma aggressiva di leucemia, quella mieloide acuta. Solo il giorno prima del decesso, la sua famiglia aveva lanciato un appello, creando una pagina sul social network di Mark Zuckerberg, affinché chiunque ne avesse la possibilità potesse contribuire a trovare un donatore di midollo compatibile e salvargli la vita. "Scrivo per raccontarvi una storia, una storia di battaglie e di speranza – ha scritto l'amica e collega Adriana -. Posso dirvi anche che Adolfo ama gli animali, tipico degli animi gentili, che segue con passione la serie Vikings e che da bambino aveva una discreta collezione di action figure dei Cavalieri dello zodiaco. Potrei dirvi tante cose, ma quella più importante è che Adolfo – dalla scorsa primavera – sta combattendo una battaglia durissima".
Nonostante la chemioterapia e le ripetute trasfusioni, non ha mai smesso di sperare. "Ma una cosa buona c’è, Adolfo può guarire – si legge ancora sullo stesso post condiviso su Facebook -. Ho detto proprio guarire. E, come lui, tanti altri che in questo momento stanno lottando contro questo male terribile. Ma il potere di guarire non appartiene ad Adolfo: lui ce la mette tutta, tiene duro e, vi assicuro, non è affatto facile. Il potere, prezioso, unico e raro, lo abbiamo noi, nel nostro midollo. Solo il trapianto di midollo può guarire Adolfo". Purtroppo, però, l'appello dei familiari e degli amici, che ha coinvolto in poco tempo centinaia di persone, è risultato vano.
Solo poche ore dopo la richiesta di Adriana, Adolfo se ne è andato. Ma gli sforzi di chi gli è stato vicino continuano. "Lui ci ha assegnato questa missione – si legge sulla pagina Forza Adolfo Forza Terner Donare Midollo Donare Sangue -: ha passato il testimone al papà, alla sorella, al fratello, ai nipoti, agli amici, a tutti coloro che lo hanno conosciuto e amato. Noi abbiamo il dovere di ricordare al mondo che ciascuno di noi è portatore di salvezza per qualcuno; che in questo momento, da qualche parte, qualcuno ha bisogno di noi, del nostro midollo, del nostro sangue per sopravvivere. É questo che ci rende umani: siamo fragili nel nostro corpo, ma forti nel momento in cui possiamo scegliere, scegliendo di donare".