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Foggia, altra aggressione al policlinico: ragazzo col braccio ingessato colpisce infermieri

Non si arresta l’ondata di aggressioni nell’ospedale ‘Riuniti’ di Foggia. Nel pomeriggio il figlio di un paziente che era in attesa al pronto soccorso si è scagliato contro due infermieri e un vigilante.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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Ancora un'aggressione in un ospedale di Foggia. Nel pomeriggio di oggi, lunedì 9 settembre, il figlio di un paziente che era in attesa al pronto soccorso si è scagliato contro due infermieri e un vigilante. I fatti sono avvenuti sempre al policlinico ‘Riuniti', dove la scorsa notte un 18enne è stato arrestato per aver preso a calci e pugni tre infermieri e dove qualche giorno fa una cinquantina di persone (amici e famigliari di una 23enne deceduta durante un intervento) ha fatto irruzione nel reparto di chirurgia toracica e ferito tre medici.

Stando alle ricostruzioni, il ragazzo aveva un braccio ingessato con cui ha colpito gli infermieri e il vigilante. Pare avesse accompagnato in ospedale il padre che lamentava di non sentirsi bene. Mentre era in attesa dell'assegnazione del codice che definisce il tipo di emergenza, ha avuto un malore e in quel momento il figlio si è scagliato contro il personale sanitario.

"Disapproviamo con fermezza queste reazioni violente che non giovano affatto. Senza medici e personale sanitario non avremo più la possibilità di farci curare", dice all'ANSA il direttore generale del policlinico Riuniti, Giuseppe Pasqualone.

Bisogna tenere presente – continua – che tutta questa rabbia non serve a nulla. La sanità in tutto il mondo risente della cronica carenza di organico. Noi abbiamo un organico dimezzato ma ci impegnamo in tutti i modi per assicurare cure a tutti".

"Bisogna avere rispetto reciproco e pazienza – conclude – quando si giunge in pronto soccorso. Bisogna lasciare lavorare il personale in tranquillità. Ognuno cerca di fare il proprio lavoro. Cerchiamo di curare tutti ma bisogna avere comprensione".

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