Focolaio Covid nel reparto di oncologia dell’ospedale di Lecce, morta mamma di 49 anni
Si allunga l'elenco delle vittime del focolaio Covid scoppiato qualche settimana fa nel polo di oncologia dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce. Poche ore fa, infatti, è arrivata la notizia della morte di una mamma di 49 anni, originaria di Racale, risultata positiva al Coronavirus il 3 marzo scorso dopo l'ingresso all'oncologico pochi giorni prima, il 27 febbraio. La donna aveva da subito sviluppato sintomi gravi della malattia, con febbre altissima e una polmonite bilaterale, che è poi peggiorata fino al decesso, verificatosi ieri, cioè 18 giorni dopo la diagnosi. "Addio mamma, sei e sarai per sempre l’amore più grande della mia vita. Riposa in pace", ha scritto il figlio sulla propria pagina Facebook come riporta il Quotidiano di Puglia. Sull'odissea della donna è stata già presentata una denuncia-querela.
Ad oggi sono sette le vittime tra i 18 pazienti che hanno contratto il Covid nel corso della degenza nel Polo Oncologico, oltre a 3 operatori socio sanitari e due infermieri. Numeri impietosi che hanno spinto familiari dei malati a presentare denunce ed esposti sulla base dei quali la procura di Lecce ha aperto un fascicolo d’indagine per stabilire l'origine del focolaio all'interno della struttura. In campo è scesa anche l’associazione per la tutela dei consumatori Codici che ha ricevuto almeno una decina di segnalazioni. Nelle varie denunce depositate finora spesso si fa riferimento ad alcuni comportamenti superficiali adottati dal personale sanitario che si sarebbero rivelati vettori del contagio.
Tuttavia, il nosocomio si difende. "Si tratta di pazienti con patologie molto gravi e quindi fragili che, quando contraggono il Covid, rischiano di fornire una risposta immunitaria molto bassa al virus", ha spiegato il 18 marzo scorso il direttore generale dell’Asl di Lecce Rodolfo Rollo. La pm Donatina Buffelli ha delegato i carabinieri del Nas di avviare i dovuti accertamenti. "Siamo a completa disposizione della magistratura — ha aggiunto sempre il numero uno dell’Azienda sanitaria salentina — fiduciosi che su tutta questa vicenda venga fatta chiarezza al più presto. Noi ci mettiamo a completa disposizione degli inquirenti per fornire qualsiasi chiarimento".