Focolaio Covid al Billionaire, si cercano tremila clienti: “Ma molti hanno lasciato nomi falsi”
Dopo che una sessantina di dipendenti e il proprietario del locale, Flavio Briatore, sono risultati positivi al Coronavirus, è partita la caccia ai clienti che hanno frequentato nella prima metà di agosto il Billionaire di Porto Cervo, diventato tra i più grossi focolai Covid della Sardegna, per testare e tracciare la catena del contagio che dall'isola sta raggiungendo rapidamente il resto d'Italia. Qualche numero? Sono 144 fra Lazio, Campania, Emilia Romagna e Toscana i turisti che rientrati a casa dopo la vacanza in Costa Smeralda hanno scoperto di aver contratto l'infezione. Circa cento, ma è solo una stima, quelli di Lombardia, Piemonte e Veneto, dal momento che le tre Regioni non forniscono i dati dei residenti positivi di ritorno dalla Sardegna. In totale, i turisti positivi ripartiti dall’isola sarebbero più di 300 sui 1.367 contagiati in Italia secondo l'ultimo bollettino di ieri del Ministero della Salute.
Il Billionaire ha già consegnato il registro dei clienti nella mani di Marcello Acciaro, responsabile dell’unità anti Covid del Nord Sardegna, con le generalità di chi ha trascorso una delle serate comprese tra l'1 e il 17 agosto nel locale, che è stato chiuso proprio in quella data per il resto della stagione. Si parla di migliaia di persone, almeno tremila, per le quali scatterà il tampone. Ma questo numero potrebbe essere molto più grande, perché stando ai flussi del Billionaire potrebbero essere passate fra le 8 e le 11mila persone, compreso chi vi è tornato più volte. Ad ogni modo, l'impresa di tracciamento non sarà affatto facile, dal momento che in molti hanno lasciato all'entrata nomi e numeri di telefono falsi. "I gestori delle discoteche — ha dichiarato Acciaro al Corriere della Sera — non sono agenti di polizia. Ma fino a che non vedo gli elenchi non si può dire". Ma il Billionaire non è l'unico locale della Costa Smeralda su cui sono puntati gli occhi delle autorità. I controlli, infatti, riguardano anche il Sottovento, il cui gestore è ancora ricoverato a Sassari, il Phi Beach di Baja Sardinia e il camping Isuledda, a Cannigione, nel territorio di Arzachena, dove sono stati riscontrati alcuni casi di positività. Si tratta di luoghi cult della movida estiva sarda, spesso frequentati dalla stessa clientela.
Intanto, sempre Acciaro ha sottolineato l'importanza di avere un protocollo per il rientro in sicurezza dei positivi nelle regioni di residenza "per consentire a tutti i turisti con tampone positivo effettuato in Sardegna e ai loro contatti in isolamento di fare ritorno a casa". L'esperto ha aggiunto al quotidiano di via Solferino che "ci sono già centinaia di famiglie che hanno finito le vacanze e non sanno dove andare. Ci vogliono rientri protetti in nave, con cabine dedicate che dopo l’arrivo vanno sanificate. I positivi devono essere imbarcati per ultimi e fatti scendere per primi. E per quelli che viaggiano senza auto rientro in aereo con voli speciali. Devono essere governo e regioni a concordare un protocollo speciale e farlo subito".