Le Everglades sono una porzione di terra incontaminata in Florida con più di 60 specie in via di estinzione, conosciuta in tutto il mondo come "il fiume d'erba". Grande come la città di Trieste (80 chilometri quadrati) ospita angrovie, fiumi ricoperti di cladium, pinete e animali come tartarughe, pantere, lamantini. Appartiene alla società immobiliare Kanter Real Estate che da anni prova ad ottenere le autorizzazioni per trivellare la zona, per essere più precisi la società ritiene di avere già tutte le autorizzazioni che servirebbero.
Il governatore repubblicano della Florida Ron DeSantis ha deciso di mettere i terreni al sicuro acquistando l'intera area ("la più grande acquisizione di un'area paludosa in un decennio", ha spiegato in conferenza stampa) intervenendo in prima persona per mettere fine a una guerra nei tribunali che vedeva il proprietario impegnato a iniziare la produzione petrolifera. L'accordo (che dovrebbe aggirarsi sui 18 milioni di dollari) sembra avere soddisfatto tutte le parti: "Tutte le parti interessate su entrambi i lati negoziato in buona fede per trovare interessi comuni e un terreno comune", ha dichiarato il rappresentante della Kanter Real Estate, il governatore DeSantis esprime soddisfazione e anche i gruppi ambientalisti si sono dimostrati ovviamente soddisfatti.
Uno Stato che acquista un terreno (ma vale per tutto) per preservarlo è il senso più alto del prendersi cura che sta scritto nei suoi doveri. Acquisire un'area per non usarla è un'inversione di pensiero rispetto ai tempi. Ed è un'azione politicamente forte e perfino con un tocco di poesia. Già nel 2019 DeSantis aveva stanziato 2,5 miliardi di dollari per la protezione delle risorse idriche della Florida e per la bonifica e manutenzione delle Everglades. Ora, ancora di più, mantiene la promessa e lo fa anche in direzione contraria rispetto al proprio presidente Trump, anch'egli repubblicano, che invece sulle trivellazioni ha dato mano libera.
E fanno riacquistare fiducia, notizie così.