Flop del referendum Ilva: scarsa affluenza alle urne, niente quorum

Ieri i cittadini di Taranto sono stati chiamati alle urne per decidere il futuro dello stabilimento dell’Ilva. Un referendum consultivo cittadino sulla chiusura parziale o totale dello stabilimento da anni al centro delle polemiche. Ma il quorum del 50% più uno, necessario per rendere valido il referendum, non è stato raggiunto. Il dato definitivo dell’affluenza, rilevata dopo la chiusura dei seggi alle 22 di ieri sera, è stato del 19.55%. A Taranto hanno cioè votato 33.838 aventi diritto al primo quesito (chiusura totale dell’Ilva) e 33.833 al secondo (chiusura parziale, solo dell’area a caldo). Il numero complessivo degli aventi diritto al voto era di 173.061 persone. Dallo spoglio delle schede è emerso un risultato a netto favore della chiusura, in particolare di quella parziale. Per il primo quesito i “Sì” hanno raggiunto l'81,29%, i “No” il 17,25%. Per il secondo i “Sì” hanno riportato il 92,62%, i “No” il 5,30%.
Particolarmente bassa la percentuale di votanti al quartiere Tamburi, quello adiacente allo stabilimento siderurgico e che dunque subisce i danni maggiori dalla fabbrica: lì la percentuale dei votanti è stata appena del 14.47%. L’affluenza più alta si è invece registrata al quartiere Italia-Montegranaro-Salinella con il 23.38%, la più bassa al Paolo VI con il 9.79%. Il referendum consultivo sull’Ilva era stato promosso dal Comitato “Taranto Futura” che aveva raccolto 12000 firme e presentato tre quesiti. Due le domande poste ai cittadini: sì o no alla chiusura totale della fabbrica, si o no alla chiusura parziale dell'Ilva cioè della sola area a caldo, quella sottoposta a sequestro dalla magistratura dal luglio 2012 perché altamente inquinante. Il terzo quesito riguardante la richiesta di risarcimento dei danni all'Ilva non è stato ammesso dall'amministrazione comunale "in quanto il Comune di Taranto ha già promosso l'azione di risarcimento nei confronti dei responsabili dello stabilimento per inquinamento ambientale".