Firenze, viaggio nella scuola per cani guida: “Il nostro metodo? Gentile e senza punizioni”
Si trova a Scandicci, vicino Firenze, ed è una delle pochissime in Italia ad occuparsi dell'addestramento di cuccioli in grado poi di accompagnare per tutta la loro vita delle persone non vedenti. Le telecamere di Fanpage.it sono entrate negli spazi della Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi, la seconda al mondo (dopo la prima nata negli Stati Uniti), fondata nel 1929 dall'Unione Italiana Ciechi e poi gestita dal 1979 dalla Regione Toscana, per capire in che modo è possibile rendere il miglior amico dell'uomo anche un ottimo compagno di viaggio per chi non può fare pieno affidamento in tutti i cinque sensi. “Il non vedente deve avere una mappa in testa e dare i comandi al cane in base a quella” spiega Claudia Savoia, una delle istruttrici. “Non è lui a decidere come muoversi -continua- ma il comando è sempre dell'uomo, attraverso la voce e la guida”. E cioè quell'attrezzo, simile ad un guinzaglio rigido, usato in questi casi. “Il metodo che utilizziamo è il metodo gentile -aggiunge invece Corrado Migliorucci, responsabile tecnico della scuola e addestratore da una vita-. Quando il cane fa qualcosa che ci piace, viene premiato. In caso contrario, lo ignoriamo. Essendo un animale intelligente tende infatti a dare risposte che portano a un guadagno, sociale o materiale, mentre inibisce risposte che non portano a niente”. E le punizioni? “Non esistono per due motivi -chiarisce Migliorucci-: uno etico, perché non è giusto trattare male un cane, e uno diciamo strumentale. La punizione, se funziona, tende a interrompere un comportamento, ma non ne indirizza un altro. Noi però dobbiamo insegnare al cane a fare delle cose”. Ad esempio a fermarsi davanti a dei dislivelli, a superare gli ostacoli e a saperli riconoscere.
I cani addestrati a Scandicci, consegnati poi ai richiedenti di tutta Italia, sono in prevalenza Labrador e Golden Retrevier, due razze molto socievoli, ma anche in grado di riuscire a superare un momento che per altri potrebbe essere traumatico. “Di solito i cani che lavorano, ad esempio per la polizia come antidroga, restano per tutta la vita col loro istruttore -spiega Migliorucci-. Noi invece li addestriamo e li diamo ad altre persone, quindi servono cani in grado di sostenere questo, che non è da tutti”. I cuccioli, inoltre, nascono direttamente dalle fattrici della scuola oppure arrivano da allevamenti, soprattutto della zona. “Ne facciamo 24 o 27 all'anno, con due corsi di consegna da 12– prosegue il responsabile tecnico-. L'addestramento dura sei mesi, però si deve partire da cani già socializzati”. In altre parole, già abituati a muoversi in determinati contesti e a stare a contatto con tutto ciò che si trova nel mondo estero. Quando il cucciolo ha due mesi, quindi, va per almeno un anno o poco più in una famiglia affidataria, alla quale viene fornito cibo e cure mediche, tornando a scuola una settimana al mese per vedere come procede questa prima fase. “Agli affidatari diamo anche un libretto tecnico con tutte le esperienze che deve fare” sottolinea infatti Migliorucci, aggiungendo: “Tutti i cani hanno l'intelligenza per fare da guida, quello che ostacola il loro apprendimento è il timore di qualche cosa. Per far sì che questo timore non ci sia, bisogna socializzarlo subito, perché c'è un'età del cane, che va dai due ai mesi, in cui tutte le esperienze che vive sono positive e non fanno paura. In quella finestra è importante farlo uscire e addestrarlo prima che diventi troppo grande”.
Dopo la prima fase di socializzazione, i cani iniziano quindi il corso vero e proprio e alla fine, durante un periodo di due settimane, avviene la consegna ai nuovi padroni (anche se rimangono di proprietà della scuola, per evitare terribili abbandoni o utilizzi non adeguati) che li terranno per tutta la vita. In quelle stesse due settimane viene inoltre insegnato anche i futuri conduttori come comportarsi coi cani guida e come dare loro indicazioni per spostarsi in sicurezza, cercando anche di far nascere fra i due un feeling necessario per poter andare avanti insieme. “Non è facile, ci vuole tempo -interviene Claudia Savoia-. L'affiatamento si crea in sei o otto mesi”. Altro dettaglio, non meno importante: il cane si comporta in un determinato modo solo quando indossa la guida. "Quando non ce l'ha è come tutti gli altri -ricorda ancora l'istruttrice-: è fondamentale che distingua i due momenti, altrimenti verrebbe sottoposto a uno stress continuativo tutto il giorno. E questo non porterebbe certo una qualità di vita ottimale". La salute dell'animale, insomma, non è un dettaglio.
L'iter per ottenere un cane guida, inoltre, è gratuito, prevedendo però prima di tutto un giorno di vera e propria commissione, con incontri con medici e istruttori, per capire se la persona non vedente che ne fa richiesta si sa muovere in sicurezza col bastone. “Se si, sarà anche in grado di usare al meglio in cane guida” conferma Migliorucci, ricordando infine che oltre all'addestramento specifico di cui si è parlato finora, vicino Firenze si portano avanti da tempo anche progetti di pet therapy e corsi per cani con padroni con disabilità motorie, fra le altre cose. “La nostra maggiore soddisfazione -conclude- è poter vedere un non vedente che riesce a muoversi in maniera autonoma e sicura insieme al proprio cane”.