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Firenze, Milano e Bologna prime città italiane per benessere e qualità della vita: il report dell’Istat

Nel rapporto “Il benessere equo e sostenibile dei territori”, l’Istat analizza temi come salute, istruzione e sicurezza confrontando 14 città metropolitane con il resto del Paese. Tra i principali risultati, ne emerge una scollatura tra Nord e Sud con l’eccezione di Cagliari.
A cura di Giovanni Turi
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Firenze tra le città più virtuose per gli indicatori benessere equo e sostenibile dei territori analizzati dall'Istat
Firenze tra le città più virtuose per gli indicatori benessere equo e sostenibile dei territori analizzati dall'Istat

Benessere diffuso a Firenze, Milano e Bologna. Secondo l'ultimo report dell'Istat "Il benessere equo e sostenibile dei territori", sono queste le città italiane più virtuose dove vivere bene. A farle scalare in pole position sono i valori degli indicatori riguardanti innovazione, ricerca e creatività e qualità dei servizi.

L'indagine riguarda le 14 città metropolitane italiane, le quali raccolgono il 36,2% della popolazione nazionale. E si basa sugli indicatori del Bes dei territori, dove sono stati considerati in primis istruzione e formazione, benessere economico e ambiente, ma anche altri fattori come relazioni sociali, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, sicurezza e salute. Tutte misure che si traducono per Reggio Calabria nella quota più alta di svantaggi.

I principali risultati del report

Quel che ne viene fuori è una scollatura piuttosto evidente tra Nord e Centro in confronto al Meridione (unica eccezione Cagliari). Nelle prime due zone del Paese, infatti, "la maggioranza degli indicatori evidenzia condizioni di vantaggio rispetto alla media nazionale, mentre nel Meridione prevalgono gli svantaggi, con l’eccezione positiva di Cagliari", spiega in una nota l'istituto di statistica.

Nel quadro d'insieme, Firenze, Milano e Bologna si distinguono con oltre il 75% degli indicatori che scavalcano la media italiana. Ci sono poi Torino, Genova e Venezia che "mostrano percentuali di vantaggio leggermente inferiori, pari rispettivamente al 72,6%, 67,7% e 59,7%", continua la nota. A fare da spartiacque tra le metro città del Centro-Nord e quelle del Sud è Roma, in fascia intermedia "con un vantaggio nel 54,8% degli indicatori ma anche forti contrasti".

Capitolo Meridione. La percentuale più elevata di svantaggi è a Reggio Calabria (79%), sopra a Catania, Napoli e Messina con quote oltre il 70% e Palermo e Bari poco sotto (67,7 e 64,5). Fa eccezione Cagliari che si distingue con i vantaggi sul 61,3%, perfino sopra alle cifre di Roma.

Alcuni risultati del report dell'Istat "Il benessere equo e sostenibile dei territori" sulle 14 città metropolitane italiane
Alcuni risultati del report dell'Istat "Il benessere equo e sostenibile dei territori" sulle 14 città metropolitane italiane

Salute

Con la pandemia da Covid-19 ha preso piede un consistente aumento dei tassi di mortalità evitabile tra i 20 e i 74enni. Napoli è la città con i numeri peggiori, così come quella con la speranza di vita alla nascita più bassa di tutte: 81,2 anni, a fronte di una media nazionale di 83,1. I valori dei livelli di vita alla nascita più elevati si ritrovano a Milano e Firenze (rispettivamente 84,7 e 84,4 anni). Quest'ultima ha anche quelli inferiori nella mortalità evitabile e nei tassi di mortalità per demenze più basso (più alto, invece, è a Cagliari).

Istruzione e formazione

Sulla partecipazione al sistema scolastico dei bambini di 4-5 anni, i livelli più alti sono a Napoli, Bari, Reggio Calabria e Cagliari (sopra il 94%). Quelli inferiori a Milano e Roma (rispettivamente 90,7 e 87,3%). Quest'ultima, però, insieme a Firenze è sopra la media italiana in 7 indicatori riguardo l'istruzione su 9. Molto bene anche Bologna in questa sfera.

Un problema che emerge è la voce "passaggio all'università", dove Venezia  deve colmare qualche punto per allinearsi alla media nazionale. Napoli è la maglia nera, mentre Roma la più virtuosa. Cagliari spicca, peraltro, per partecipazione alla formazione continua.

Infine, tra le città metropolitane del Sud quella con gli svantaggi più marcati è Messina sulla quota di popolazione con almeno il diploma (53,2% a fronte di un 65,5% come media nazionale), sulla quota di laureati e altri titoli terziari (19,2% contro il 30%) e sulla partecipazione continua degli adulti (5,5% contro 11,6% in media). C'è poi Reggio Calabria sulla quota di bambini che hanno usufruito dei servizi comunali per l'infanzia (3,9% contro il 16,8% la media Italia) e sulla quota di Neet (31% contro i 16,1 in media).

Sicurezza e soddisfazione della vita

La percentuale di persone di 14 anni e più che si sentono almeno "abbastanza sicure" nel camminare da sole quando è buio nella zona in cui vivono passa dai picchi di Messina (69,3%), Reggio di Calabria (66%) e Genova (63,9%) ai minimi di Bari, Napoli e Palermo (rispettivamente 50,6, 52,6 e 53,9 per cento). Invece, coloro che esprimono molta soddisfazione per la propria vita, varia dalle cifre più alte di Reggio di Calabria (54,7%) ai minimi di Napoli (33,8%).

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