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Fiorito non è più in carcere: ha ottenuto gli arresti domiciliari

L’ex capogruppo del PdL alla Regione Lazio, accusato di peculato, torna a casa. Su decisione del gip del tribunale di Roma è uscito dal carcere.
A cura di Biagio Chiariello
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Dopo quasi 3 mesi di carcere l'ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, Franco Fiorito, ottiene gli arresti domiciliari. Era stato arrestato il 2 ottobre scorso, e da allora era detenuto a Regina Coeli, con l'accusa di peculato per aver sottratto circa un milione e 300 mila euro dei fondi destinati al partiti, soldi poi impiegati in spese che di "istituzionale" avrebbe ben poco. La decisione è del gip Stefano Aprile che ha accolto un'istanza dell'avvocato difensore di Fiorito, Carlo Taormina. "Er Batman" è in attesa di processo, fissato con rito immediato per il 19 marzo prossimo assieme ai due ex segretari del suo ufficio alla Pisana, Bruno Galassi e Pierluigi Boschi. «Attendiamo serenamente il giudizio perché questa vicenda – ha commentato Taormina – sia trattata come qualsiasi altro processo». In base all'ordinanza di custodia cautelare l'ex sindaco di Anagni avrebbe effettuato 193 bonifici per far confluire la cifra di cui sopra – parte dei 6 milioni di "rimborso spese" movimentati nei due anni nelle vesti di capogruppo del Pdl alla Regione Lazio – sui conti in Italia e in Spagna. Poi, secondo l'ipotesi accusatoria della Procura di Roma nei suoi confronti, Francone Fiorito li avrebbe spesi in vacanze, Suv, champagne, ostriche, cene, gioielli e quant'altro.

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