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Finto stupro a Torino: la ragazza chiede scusa

Torino: la ragazza che finse uno stupro chiede scusa. In una lettera i motivi del suo gesto, una bugia costata cara al campo rom vicino.
A cura di Carmine Della Pia
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Campo rom Torino

La sedicenne di Torino che aveva finto uno stupro subìto da due stranieri scrive una lettera di scuse. Mentre i rom della cascina Continassa raccolgono i cocci della rappresaglia di sabato scorso, quando un corteo di solidarietà per una ragazzina violentata si trasformava in odio xenofobo contro un campo rom, la giovane prima confessa di aver inventato tutto, poi scrive una lettera con la quale si scusa per la bugia inventata. Parla della menzogna, dell’ossessione dei genitori per la sua verginità, avvisa che ogni punizione proposta in Tribunale sarà accettata e affrontata. Perché la sedicenne di Torino, dopo aver inscenato una violenza sessuale con tanto di vestiti strappati e accusa allo ‘straniero’, ha prima dato il via ad una crociata contro i rom, poi affrontato la confessione, visto il marasma causato, e, prossimamente, potrebbe trovarsi in Tribunale per rispondere dell’accusa di simulazione di reato e falsa testimonianza.

La lettera

Nella lettera scritta per scusarsi di aver finto uno stupro, la ragazza di Torino si rivolge direttamente alla vera parte lesa di tutta la faccenda: i rom del campo vicino. “Appena ho visto passare mio fratello per la strada mi sono inventata la storia dei rom, senza pensare alle conseguenze. Chiedo scusa a tutti e soprattutto ai bambini del campo. Chiedo scusa a tutta la gente del quartiere per la rabbia che ha suscitato la mia bugia. La colpa è solo mia e chiedo scusa anche al ragazzo che sabato pomeriggio era con me e che ho coinvolto. Vorrei soltanto poter dimenticare”. La sedicenne prosegue scrivendo, “Ho capito di aver sbagliato, chiedo scusa a tutti”, e parla anche dei genitori, delle amiche, persone alle quali ha continuato a mentire, prima di raccontare la bugia più grande, quella che avrebbe potuto causare il peggio: “Spero che i miei genitori mi stiano accanto anche se so che sarà difficile perdonarmi”. Delle amiche, invece, scrive: “Ho continuato a raccontare un sacco di bugie, quando invece avrei potuto fidarmi di loro. Non le volevo tradire, spero che continuino ad avere fiducia in me”.

Campo rom, raid premeditato

Se la ragazza ha colpa per la bugia raccontata, di certo non sarebbe giusto chiedere conto alla stessa del disastro avvenuto sabato scorso alla cascina Continassa. La manifestazione di solidarietà per la giovane è diventata, in una manciata di minuti, una crociata contro il campo rom, con il lancio di bombe carta e diversi incendi gestiti, fortunatamente, in modo da non causare vittime. Il campo, però, è stato quasi distrutto. Le indagini si focalizzano sull’ambiente ultrà juventino, e sembra quasi che il raid anti rom fosse premeditato: alcuni cittadini avevano lanciato un avviso specifico, per cui molti rom si erano già allontanati da ore, sabato scorso.

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