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Neonata rapita in ospedale e ritrovata a Cosenza

Finge gravidanza e sequestra neonata a Cosenza: cosa rischia Rosa Vespa, in carcere col marito Acqua Moses

A Fanpage.it Valerio de Gioia, consigliere della prima sezione penale della Corte di Appello di Roma, ha spiegato cosa rischiano Rosa Vespa e suo marito Acqua Moses, entrambi in carcere con l’accusa di aver rapito la piccola Sofia dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza. La donna, fingendosi un’infermiera, ha portato via la bimba appena nata.
Intervista a Valerio de Gioia
Consigliere della prima sezione penale della Corte di Appello di Roma
A cura di Giorgia Venturini
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I due accusati di aver rapito una neonata in clinica
I due accusati di aver rapito una neonata in clinica
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Rosa Vespa e suo marito Acqua Moses sono in carcere con l'accusa di sequestro di persona. Sono ritenuti responsabili di aver rapito una neonata, la piccola Sofia, dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza: sarebbe stata la donna a sottrarre la bimba alla madre fingendosi un'infermiera. Fuori c'era il marito. Entrambi poi sono tornati a casa dove avevano organizzato una festa in occasione della piccola. Quando i poliziotti sono entrati in casa tutti gli ospiti erano sorpresi per quello che stava accadendo, Acqua Moses compreso che avrebbe detto di non sapere nulla del "piano" della moglie. Ora verranno fatti tutti gli accertamenti del caso, intanto si attende l'udienza di convalida. Ma cosa rischiano? A Fanpage.it ne ha parlato con Valerio de Gioia, consigliere della prima sezione penale della Corte di Appello di Roma.

Di che reato parliamo?

Sequestro di persona. Nel corso dell’udienza di convalida del fermo di indiziati di delitto, che verrà celebrata domani, ai due verrà verosimilmente contestato il concorso nel delitto di sequestro di persona di un minore.

Cosa potrà essere deciso domani?

Al termine dell’udienza, il giudice potrà convalidare il fermo e, se il pubblico ministero ne farà richiesta, potrà essere applicata una misura cautelare (altamente probabile quella della custodia in carcere ma non è esclusa quella degli arresti domiciliari).

Cosa rischiano i due rapitori della piccola Sofia?

Una pena da tre a quindici anni, sempre che venga accertata la complicità del marito che, per quanto è trapelato, sostiene di essere anch’egli vittima del raggiro della donna.

E gli eventuali complici?

La stessa pena. Chiunque offra un contributo materiale (partecipazione alla preparazione e all'esecuzione del reato) o morale (partecipazione alla fase ideativa del reato) risponde nella stessa maniera, in virtù del principio della pari responsabilità dei compartecipi.

Le responsabilità dell'ospedale?

Quella dell’ospedale, allo stato, parrebbe essere una responsabilità colposa che potrebbe avere delle ricadute soprattutto sul piano civilistico o disciplinare per coloro che dovevano garantire la sicurezza all’interno del nosocomio.

Lei avrebbe finto la gravidanza per nove mesi e organizzato la festa, possiamo parlare di premeditazione in questo caso?

Effettivamente siamo in presenza di una pianificazione nel dettaglio della condotta criminosa per un rilevante lasso di tempo nel corso del quale non pare vi è mai stata desistenza dal proposito delittuoso. Si tratta, tuttavia, di una circostanza aggravante confinata al più grave delitto di omicidio volontario.

Possono essere contestate delle aggravanti o altri reati?

La circostanza aggravante è correlata al fatto di aver rapito un minore di anni 14. Alla moglie potrebbe essere contestato anche il reato di sostituzione di persona per essersi presentata come una dipendente dell’ospedale al fine di farsi consegnare il minore.

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