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Omicidio Giulia Cecchettin

Cos’ha detto Filippo Turetta nel primo interrogatorio: “Da subito era mia intenzione farmi arrestare”

Filippo Turetta ha reso delle dichiarazioni spontanee durante l’interrogatorio per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Secondo quanto confermato dal legale del 22enne indagato, il giovane si è avvalso della facoltà di non rispondere ma avrebbe confermato quanto già ammesso alla polizia tedesca. “La mia intenzione era quella di farmi arrestare”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Si è svolto oggi l'interrogatorio di Garanzia di Filippo Turetta, il 22enne arrestato in Germania per il rapimento, l'omicidio e l'occultamento di cadavere di Giulia Cecchettin, l'ex fidanzata residente a Vigonovo che avrebbe dovuto discutere la sua tesi il 16 novembre scorso. Dopo una settimana di latitanza, Turetta è stato arrestato su un'autostrada tedesca, avvicinato dalla polizia mentre si trovava a bordo della sua auto, ferma in una piazzola d'emergenza con i fari spenti. L'interrogatorio è durato circa 30 minuti: si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha detto che fin da subito "aveva intenzione di farsi arrestare dopo il delitto".

Il 22enne, che adesso è assistito dall'avvocato Giovanni Caruso dopo la rinuncia del primo legale nominato d'ufficio, Emanuele Compagno, ha dichiarato di "aver avuto fin da subito intenzione di consegnarsi alle forze dell'ordine" nonostante la settimana di latitanza all'estero. "Sono affranto – ha affermato – per la tragedia che ho causato. Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità, voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata" ha concluso, senza però mai fare il nome di Giulia Cecchettin.

Cosa ha dichiarato Filippo Turetta: le dichiarazioni spontanee

Turetta ha reso dichiarazioni spontanee alla gip Benedetta Vitolo sul sequestro e sull'omicidio della 22enne avvenuto nella sera dell'11 novembre, quando la studentessa si era chiusa la porta di casa alle spalle per andare al centro commerciale in compagnia dell'ex fidanzato. "Sto cercando di ricostruire nella mia memoria le emozioni – avrebbe dichiarato durante l'interrogatorio – e quello che è scattato in me quella sera. Fin da subito volevo consegnarmi e farmi arrestare. Questa era la mia intenzione. Ora sono molto stanco e non mi sento di aggiungere altro".

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Turetta si avvale della facoltà di non rispondere

Nonostante la dichiarata intenzione di farsi arrestare subito dopo l'omicidio della ex fidanzata, all'uscita dal carcere di Verona dove si è tenuto l'interrogatorio di garanzia per Turetta, il nuovo legale difensore, Giovanni Caruso, ha fatto sapere ai giornalisti in attesa che l'indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere eha confermato solo le ammissioni di colpevolezza fatte alla polizia tedesca.

Il legale Nicodemo Gentile, difensore di fiducia di Elena Cecchettin, sorella della 22enne uccisa, ha chiesto per Filippo Turetta anche l'aggravante dello stalking. Il tutto, secondo i familiari della ragazza uccisa, è giustificato dal contenuto di un audio che Giulia aveva mandato alle sue amiche. "Non riesco più a stare dietro a Filippo – spiegava la 22enne – a volte vorrei davvero che sparisse. Lui mi dice che si ammazza. Forse non lo dice per ricattarmi, ma suona quasi come se volesse farlo".

Secondo quanto raccontato dalla ragazza ai familiari e alle amiche nei mesi prima del femminicidio, Filippo trascorreva tutto il suo tempo con Giulia, frequentando le sue stesse lezioni universitarie e pretendendo di trascorrere anche il tempo libero con l'ex fidanzata.

"Filippo Turetta ha dimostrato di essere un molestatore assillante – ha ribadito Nicodemo Gentile -. Infatti, il suo comportamento, come sta emergendo da più elementi da noi già raccolti, è connotato da plurime e reiterate condotte che descrivono fame di possesso verso la nostra Giulia". "Un assedio psicologico che aveva provocato nella ragazza uno stato di disorientamento e di importante ansia. Un uso padronale del rapporto che ha spinto il 22enne prima a perpetrare reiterate azioni di molestie e controllo, anche tramite chiamate e messaggi incessanti, e poi l' omicidio, al fine di gratificare la sua volontà persecutoria".

Il breve interrogatorio di Filippo Turetta

L'interrogatorio del 22enne è durato solo 30 minuti e il 22enne si è avvalso della facoltà di non rispondere. Alla presenza del suo legale ha reso solo dichiarazioni spontanee, confermando le ammissioni di colpa fatte al momento dell'arresto davanti alla polizia tedesca e sottolineando di "voler pagare per quanto fatto". "Sono affranto per la tragedia che ho causato – avrebbe raccontato -, sto cercando di ricostruire le emozioni di quella sera".

Poi, secondo quanto trapela, avrebbe pianto al momento della lettura dei capi di imputazione a lui contestati per la morte della ex fidanzata.

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