Filmano una ragazza durante un rapporto sessuale e condividono il video in chat: indagati due giovani
La Procura di Rimini ha iscritto nel registro degli indagati due uomini di 32 anni accusati di diffusione illecita di immagini o video sessuale espliciti, il cosiddetto reato di "revenge porn". Secondo gli inquirenti, avrebbero condiviso in una chat il video di un rapporto sessuale consumato con una ventenne che avevano conosciuto la sera stessa in discoteca.
Secondo la ricostruzione di oggi de Il Resto del Carlino, in un primo momento i due giovani erano stati identificati dai carabinieri della compagnia di Riccione in quanto indiziati per violenza sessuale aggravata. Il sostituto procuratore Davide Ercolani, esaminate le immagini trovate sugli smartphone sequestrati, ha ritenuto di far decadere l’accusa più grave, per la quale verrà chiesta l’archiviazione. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, il rapporto sessuale con la giovane sarebbe stato consenziente.
Resta però in piedi l’altra ipotesi legata alla diffusione del video. La vicenda risale alla scorsa estate, quando all’alba di una mattina di agosto una pattuglia della polizia ha notato una ragazza che vagava in stato confusionale sul bordo di una strada provinciale di periferia. Lei, molto confusa, non sapeva neppure come era arrivata fin lì, aveva camminato per diversi chilometri.
Ricordava solo di aver trascorso la serata in una discoteca di Misano con amici e colleghi di lavoro e di essere uscita da lì con due ragazzi conosciuti nel locale. Da quel momento in poi solo ricordi confusi. I poliziotti temendo una possibile violenza sessuale la accompagnano in pronto soccorso dove i medici confermano che effettivamente aveva avuto un rapporto sessuale.
Le indagini a quel punto vengono affidate ai carabinieri di Riccione ed è la stessa ragazza a indicare ai militari chi sono i due ragazzi con cui si era allontanata dalla discoteca. I carabinieri hanno quindi sequestrato i cellulari dei due indagati e trovato così il video realizzato quella notte. Uno degli indagati si è difeso tramite il suo avvocato sostenendo di non aver mai condiviso alcuna immagine.